domenica 10 ottobre 2010

William Shakespeare: "La Tempesta"

Ho letto per la prima volta  La Tempesta di William Shakespeare.
Pare che la maggior parte dei critici legga il testo come una metafora del teatro. Si è anche detto che Shakespeare abbia rappresentato se stesso nel personaggio di Prospero.
Con la sua rinuncia alla magia, S. avrebbe raccontato il suo personale abbandono delle scene, di questa particolare magia in cui consiste il teatro.Perché l'invenzione di una storia e la sua rappresentazione non sarebbero altro che la creazione di una storia e di un mondo che non c'è.


 La Tempesta è scritta in versi,  le varie scene venivano originariamente intervallate da musiche e canti.

Ricordo che ad Eduardo fu chiesto di scegliere un'opera di S. per tradurla in napoletano.
Ed Eduardo scelse  La Tempesta e la tradusse nel napoletano del '600, quello di Giambattista Basile.
Perchè in napoletano del '600? Perché, spiegò Eduardo, questo dialetto antico era più piano e dolce, privo delle parole tronche del dialetto napoletano moderno.

Ma perché Eduardo scelse proprio La Tempesta? Forse perché anche Eduardo di lì a poco avrebbe lasciato la vita e le scene. Ma c'era un ulteriore motivo: il messaggio morale.
Prospero ha subito tremende ingiustizie e dolori dai suoi congiunti. Decide di superare la sua rabbia, prima facendo comprendere agli infedeli congiunti il malfatto, e poi perdonandoli.


Interessante inoltre la triade costituita da Ariel il personaggio che si libra nell'aria verso l'alto ed è capace di eseguire le magie, Calibano personaggio di terra bestiale incapace di imparare per migliorarsi, e infine al centro Prospero un uomo che infine rinuncia alla magia e torna a fidarsi e ad affidarsi ai suoi simili, contando nella com-passione tra esseri umani.

Si può vedere anche il tema del colonialismo, nel personaggio e nel nome di Calibano.

Ci sarebbero riferimenti anche alla commedia dell'arte, che S. conosceva bene, forse presente nei personaggi di Stefano e Trinculo.

Si è detto che La Tempesta riecheggia in qualche modo anche l'Odissea, con quest'isola al centro della rappresentazione teatrale.

Secondo alcuni critici la problematica della Provvidenza sarebbe presente se non direttamente, almeno come ideologia ispiratrice. Vedi il personaggio di Prospero, che pur con vari aiutanti, mette in scena/crea l'intera rappresentazione, come un dio.





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