lunedì 26 settembre 2011

Letture estive (seguito) : Elif Shafak, Irfan Orga


Accettando il suggerimento del gruppo di lettura a cui partecipo da anni, ho voluto gettare uno sguardo sulla letteratura turca.
Così ho letto La bastarda di Istanbul, e Una famiglia turca.
Comune ai due libri è l'ambientazione ad Istanbul.
Il primo dei due è uscito in Italia nel 2007, ed è stato scritto da Elif Shafak, una giovane scrittrice di origini turche, che vive e lavora tra gli Stati Uniti e la Turchia.
L'autrice ha avuto nella patria d'origine notevoli problemi giudiziari, in quanto nel libro si parla con esecrazione del massacro degli Armeni che, fino alla Prima Guerra Mondiale avevano convissuto pacificamente con i Turchi.
Il plot è semplice e complicato nello stesso tempo, ho avuto difficoltà all'inzio perché confondevo i nomi, ma dopo un po' mi sono appassionata alla storia e alle diversità culturali.
Vi si parla di due ragazze: una, la bastarda del titolo, è turca e vive nell'ambito di una famiglia composta di sole donne, di generazioni differenti.

Vengono rqaccontate le difficoltà di tutti i giorni e i continui tentativi delle più anziane di controllare l'aderenza delle più giovani ai comportamenti considerati adeguati alla morale locale.
Nonostante questo, una delle sorelle, quella che tenta almeno esteriormente di ribellarsi alle convenzioni, rimane incinta e, dopo aver pensato di abortire, decide di tenere la bambina Asya, per l'appunto la protagonista del titolo.
Un altro particolare, che risulterà irritante per molte donne, è l'adorazione che le donne della famiglia, soprattutto le più anziane, mostrano per la figura maschile. Si ammazzano di lavoro tutto il giorno, prendendosi cura di innumerevoli problemi, e poi sono così indulgenti verso i maschi della famiglia anche quando non lo meritano affatto.

L'altra protagonista del libro vive in America ed è figlia di un'americana originariamente sposata con un armeno, che in seconde nozze ha sposato un turco.

Questa seconda ragazza decide di recarsi di nascosto dalla madre ad Istanbul, per ritrovare i luoghi di sua nonna e ricostruire dentro di sé una realtà che non conosce. Qui sarà ospite della famiglia del suo patrigno.
Le due ragazze a poco a poco legheranno, Asya la introdurrà anche presso i suoi amici; alla fine si scoprirà che il suo patrigno, che aveva lasciato all'improvviso Istanbul e le sue donne tanti anni primi, è proprio colui che ha abusato di sua sorella, mettendola incinta di Asya.

Il secondo dei due libri è Una famiglia turca di Irfan Orga.
Originariamente pubblicato in Inghilterra e negli Stati Uniti nei primi anni cinquanta! Finalmente è stato pubblicato anche in Europa: è un libro autobiografico che ripercorre la vita dell'autore dal 1913 al 1940. E' quindi ambientato al tempo della caduta dell'Impero Ottomano, della Grande Guerra, di Kemal Ataturk ecc., e narra la caduta nella povertà della sua famiglia alto-borghese.

Quando si erano sposati i suoi genitori avevano lui 20 e lei 15 anni. Prestissimo lui verrà richiamato alle armi e morirà.
Questa vedova poco più che ventenne, abituata al lusso, rimasta sola, con tre bambini cui provvedere, si troverà nella necessità di pensare alla vera e propria sopravvivenza.
Riflessione: assurdo far sposare una ragazzina a 15 anni e farle assumere responsabilità non adatte alla sua età, comunque anche da noi negli anni '50 era così, per lo meno nei paesi.
Altra co-protagonista è la suocera, abbastanza ingestibile, che spesso aggrava i problemi della giovane madre.

Dopo una serie lunghissima di vicissitudini la famiglia, con molte ferite soprattutto psicologiche (la mamma finirà in un ospedale psichiatrico e non vorrà più rivedere il figlio) uscirà dalla povertà.
Il protagonista riuscirà a diventare ufficiale dell'Aeronautica, ma anche per lui l'esito finale non sarà felice: allontanato dalla Turchia in quanto traditore, per aver sposato una donna straniera. Con l'aggravante che questa donna forse non aveva la sua stessa visione della vita.

In conclusione un libro scritto bene, molto interessante, e in alcune parti molto triste. Fa riflettere non solo sulle difficoltà, a volte estreme, che la vita ti pone, ma anche sulla nostra incapacità di tenerci lontani dai soliti errori e dai comportamenti che ci possono portare ad esiti nefasti.

Prossime letture turche? Orhan Pamuk naturalmente, i cui libri non ho ancora assaggiato.

(continua)



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