mercoledì 30 novembre 2011

studio scientifico?

Ricevo da una giovane amica, 19 anni, questa mail:

Durante la solita ricerca di lavoro sul noto sito Kijiji.it, io e il mio ragazzo troviamo un annuncio per condurre uno studio scientifico:
azienda di ricerca scientifica seleziona 5 giovani cavie max 50 anni, disposte a fumare una media di 50 sigarette al giorno per 3 mesi consecutivi per condurre una ricerca sugli effetti che ha il polonio 210 nel corpo umano se accumulato in grosse quantità, in quanto tempo si accumula, come si accumula, come sparisce e viene espulso dal sistema.
La retribuzione è di 150 euro al giorno con viaggio, vitto e alloggio tutto a carico dell' Azienda e non c'è pericolo di danni alla tua salute in quanto sarai quotidianamente monitorato da un team di esperti e medici sempre disponibile.

Mi sono stupita perchè fino a qualche tempo fa pensavo che queste proposte si potessero leggere solo facendo ricerche specifiche su google o andando sui siti di questi laboratori.
E invece questa mattina io, così come tantissime altre persone magari disperate ci siamo imbattuti in una proposta del genere, e sono sicura al 100% che qualcuno ci avrà fatto un pensierino o addirittura che abbia contattato quest'azienda! Infatti ora leggo che l'annuncio ha avuto 234 visite!!!!
13.000 euro alla fine dei 3 mesi fanno comodo a tutti. Ma ne vale la pena? Più che studio scientifico mi sembra uno studio per come arrivare alla morte nel giro di 3 mesi!
E poi con quale faccia mettere un annuncio del genere??

S.G.



martedì 29 novembre 2011

Concita De Gregorio sul PD


Ho letto ieri alcune dichiarazioni di Concita De Gregorio, ex direttore dell'Unità.
Quando, qualche tempo fa, la De Gregorio andò via dal giornale, ne rimasi dispiaciuta e molto sorpresa.
Aveva trasformato il vecchio giornale in uno molto più dinamico, aperto alle discussioni e alle novità politiche, ai movimenti ecc.
E non mi convinsero per niente le confuse parole con cui l'Amministrazione spiegò l'avvicendamento con un altro giornalista.

A distanza di qualche mese l'ex direttrice ci racconta che le si opponevano difficoltà ad intraprendere campagne giornalistiche, ma soprattutto riferisce di un incontro.
Un incontro con un alto dirigente del PD, da alcuni individuato in Fioroni, nel corso del quale la giornalista chiese conferma e ragione del non convinto appoggio, durante le elezioni a Governatore del Lazio, della radicale Emma Bonino.

E la De Gregorio ebbe conferma che la dirigenza del PD aveva scientemente perseguito la sconfitta della Bonino, sconfitta che avrebbe rafforzato la posizione di Fini, che così avrebbe lasciato Berlusconi, per poi arrivare all'accordo PD, Udc e Fini.
Senza contare che un pieno appoggio del Pd alla radicale Bonino, avrebbe fatto arrabbiare i vertici della Chiesa cattolica.

Oltre a questo la geniale dirigenza del Pd si era rifiutata di appoggiare le manifestazioni degli studenti. Tanto quelli non votano, era stata la spiegazione.
Oltre a quest'altro la geniale dirigenza del Pd si era rifiutata di appoggiare il referendum sull'acqua. Tanto non avrebbero raggiunto il quorum.

A questo punto non so se i dirigenti del Pd sono più stupidi o più di destra.
A me e a moltissimi come me, manca un grande partito di sinistra.
Mi manca un partito che si proponga delle mete ideali, che lotti per difendere i diritti degli operai, dei contadini, degli insegnanti, degli impiegati, delle persone non protette e non ricche.

Mi sembrava molto più capace di perseguire obiettivi di sinistra e ottenere successi il vecchio Pci, che non era al governo, che non si alleava con partiti geneticamente diversi, ma che spingeva ad accordi su punti concreti.

Che enorme delusione comunque, e uso la parola delusione al posto di altre, più volgari.

P.S. Devo anche notare la non grande diffusione su stampa delle dichiarazioni della De Gregorio.



sabato 26 novembre 2011

castagne



ancora servizi sociali e Tribunali


La mia amica Giulia ha letto il mio ultimo post e mi telefona per raccontarmi un brutto episodio da lei vissuto tempo fa.
Suo figlio vive in casa con i genitori, non è ancora riuscito a trovare un lavoro stabile. Da oltre un anno, è venuta a vivere con loro la compagna di suo figlio.

Giulia mi dice che è stato molto traumatico arrivare all'attuale situazione di serenità. Sua nuora, nata in Italia e figlia di extracomunitari, aveva problemi in famiglia perché, da quando era piccola, assisteva a episodi traumatici in cui suo padre picchiava la mamma.
Dopo uno di questi episodi, accompagnata da un'insegnante del liceo, a cui aveva raccontato la sua storia, si reca in commissariato e denuncia la storia.
Il commissario contatta i servizi sociali con cui la ragazza era già in contatto da un po' di tempo, e il Tribunale. Inoltre convoca e ascolta i genitori della ragazza.
La madre, pur presentando segni in viso, non conferma le botte del marito.


In tarda serata il commissario, dopo aver fatto una ramanzina al padre, e avergli detto di stare attento a non mettere in atto comportamenti inidonei, tra la sorpresa di tutti compresi gli agenti in servizio, dice che servizi sociali e Tribunale hanno deciso che la ragazza poteva tornare a casa.

Giulia mi racconta che quella notte nessuno ha dormito. Nessuno poteva credere che la ragazza fosse stata rimandata a casa, da un padre violento con la mamma, che per la prima volta poco tempo prima aveva dato un violentissimo ceffone a sua figlia, che non considerava più la sua bella e brava bambina da esibire orgoglioso, perché ormai era fidanzata e pretendeva di ragionare con la sua testa.

Per fortuna tutto è andato bene, il padre si è saputo trattenere, probabilmente per timore di perdere lavoro e permesso di soggiorno. Ma chi ci poteva assicurare in quel momento che non avrebbe dato fuori di matto, spinto dall'ira?
Come hanno potuto le autorità competenti far correre un rischio così grande alla ragazza, insisteva a ripetere la sua insegnante?



riusciremo ad uscirne?



servizi sociali e Tribunali

Alcune sere fa, girando da un canale all'altro, mi sono fermata ad ascoltare, durante una trasmissione di Chi l'ha visto? la vicenda di 2 genitori di una bimba di 6 anni.

La bimba un giorno, all'improvviso, è stata loro tolta dai servizi sociali. Il motivo?
Genitori esageratamente accorti: per esempio la mandavano a scuola con un caschetto in testa.

Perché questo caschetto? Perché la bambina soffriva di idrocefalia, le si formava liquido nella testa. Per salvarla era stata sottoposta a 2 interventi al cervello e le era stata applicata una valvola in testa, suppongo per scaricare all'esterno il liquido.
Chiaro che se la bambina prendeva un colpo alla testa, oltre al fatto che questa non è una bella cosa per nessuno, rischiava di dover tornare nuovamente sotto i ferri per un ulteriore intervento al cervello.

Servizi sociali e Magistrati non hanno valutato come assolutamente ragionevole l'ansia e il caschetto da parte dei genitori, né il fatto che i rapporti tra i genitori e la bambina fossero, a detta di tutti, molto molto affettuosi.
Hanno invece deciso di affidare la bambina ad un centro gestito da religiosi, permettendo ai genitori di vedere la loro figlia solo un'ora al mese, e in presenza di un assistente sociale.

Particolare agghiacciante, quando i genitori hanno potuto rivedere la bambina, dopo un mese e mezzo, quasi non si ricordava di loro ed era molto strana, (probabilmente era stata sedata).
Chi l'ha visto? afferma che è la seconda volte che si occupano di un caso di questo tipo, in cui è coinvolto lo stesso Tribunale e gli stessi servizi sociali, come pure lo stesso centro gestito da religiosi.
L'avvocato della famiglia fa presente che i genitori non sono riusciti a riavere la bimba con loro, perché il Tribunale emana sempre provvedimenti provvisori (da 6 anni!), contro cui non è possibile presentare istanza di annullamento o revisione.

Secondo l'avvocato questo caso porta in evidenza anche un altro tipo di problema: ciò che dicono e fanno i servizi sociali è inattaccabile, nessuno sorveglia.
Probabilmente ci saranno assistenti sociali bravissimi, e in alcuni casi addirittura eroici, ma a questo punto mi sembra che il loro lavoro non sia ben regolato dal punto di vista delle leggi.



Pene giuste per i delitti


Marta Russo, studentessa universitaria, fu uccisa mentre camminava lungo un viale dell'Università.
Fu uccisa da un assistente universitario insieme ad un collega, da una finestra di un'aula della Facoltà di Giurisprudenza.


Perché fu uccisa? Si disse che i due sfidavano la sorte, provando a sparare per vedere se qualcuno sarebbe stato colpito.
Il colpevole, Giovanni Scattone, fu condannato a poco più di 5 anni di carcere.
5 anni per un omicidio? E per un omicidio così folle, che dava prova di nessuna considerazione della vita umana delle altre persone?

Ora l'omicida insegna filosofia (!!!) nel liceo, assurdità dei casi della vita, in cui aveva studiato Marta Russo.

Giustamente la mamma della ragazza assassinata, si chiede se una persona che si è macchiata di un tale delitto stia bene ad insegnare ai ragazzi, ossia a prendersi cura delle menti e della personalità dei giovani.



proposte di lettura



Faccio un piccolo elenco di libri appena usciti, che mi propongo di leggere.
Forse vi possono interessare:

Domenico Starnone, Autobiografia erotica di Aristide Gambia, Einaudi 2011, 20 euro.
Abraham Yehoshua, La scena perduta, Einaudi 2011, 21 euro.
Alice Munro, Troppa felicità, Einaudi 2011, 20 euro.
Elena Ferrante, L'amica geniale, e/o 18 euro.
Hanif Kureishi, Turri i racconti, Bompiani 2011, 23 euro.
Haruki Murakami, 1Q84, Libro 1 e 2. Aprile-Settembre, Einaudi 2011, 20 euro.



venerdì 25 novembre 2011

Romain Gary: "La vita davanti a sé"



In una libreria ho trovato un libretto di Neri Pozza: Romain Gary, La vita davanti a sé.
L'immagine di copertina è quella di un ragazzino, uno scugnizzo, direbbero a Napoli, berretto in testa e sguardo tra timido e sfrontato.

Il nome dell'autore mi ha immediatamente ricordato Jean Seberg, la sua compagna: un visetto bellissimo con i capelli biondi tagliati molto corti.
Jean Seberg era un'attrice americana che recitò in 2 film di Otto Preminger: Santa Giovanna e Bonjour tristesse, tratto dal romanzo di Francoise Sagan.

Trasferitasi in Francia divenne famosa recitando nel primo film di Godard: A' bout de souffle, con Jean-Paul Belmondo. Divenendo ben presto un'icona del cinema degli anni '60 e della nouvelle vague.
Ebbe una vita intensa di incontri e forse un po' sbandata. Un carattere delicato, su cui era facile infierire. Cadde in depressione, dopo il parto della sua bambina nata morta, per il fango, si direbbe oggi, gettatole addosso dalla CIA.
Seberg infatti lottava per i diritti dei neri ed era un'attivista del movimento delle Pantere Nere.
Fu trovata morta in un'automobile.

Romain Gary fu il secondo marito di Jean Seberg, e la sua vita non fu certo meno romanzesca. Nato in Lituania, sua madre era un'ebrea, un' attrice russa fuggita dalla rivoluzione, invece il suo misterioso padre fu probabilmente il più famoso attore del cinema muto.

Ebbe un rapporto profondissimo con sua madre, forse anche troppo intenso . Ad ogni modo sua madre lo portò con sé in Francia e, lavorando eroicamente, lo spinse fortemente a realizzarsi.
E infatti Gary intraprese con successo la carriera diplomatica, tanto da diventare Console di Francia. Ma, dopo alcuni anni, decise di dare una svolta alla sua vita e si mise a scrivere. Ebbe molto successo, tanto che gli fu attribuito il Premio Goncourt.

Ma anche come scrittore Gary non seguì canoni comuni. Quando veniva considerato ormai finito, uscì La vita davanti a sé, che ebbe un successo stratosferico.
Ma sotto un altro nome, attribuito ad un cugino che recitava la parte dello scrittore Emile Ajar.

Forse in questo modo gli piacque prendere in giro tutti quelli che lo consideravano finito. Anche questo libro ottenne il premio Goncourt.

Anche lui, poco dopo la morte della Seberg, si suicidò.

Che dire del libro? Si legge velocissimamente, è interessante ed è la storia di una crescita interiore.
Un ragazzino della probabile età di 10 anni, ma sembra un po' più grande, non sa niente della sua storia e dei suoi genitori, e vive con madame Rosa, un'ex prostituta che ospita a pagamento a casa sua dei ragazzini tutti figli di prostitute, che glieli affidano per evitare che i servizi sociali glieli tolgano, dato il mestiere che fanno.
Momo è arabo, mentre madame Rosa è un'ebrea scampata ad Auschwitz. Vivono al sesto piano di un condominio di Belleville, quartiere periferico di Parigi e multietnico (ricordate Pennac?)

Abitare al sesto piano ha la sua importanza nel romanzo, perché madame Rosa è molto grassa e parecchio malata. Difficile anche portare su la spesa.
E' affascinante il racconto delle esperienze quotidiane di Momo. Non va a scuola, ma impara tante cose da un vecchio arabo venditore ambulante di tappeti.
Nel personaggio di Momo, probabilmente Gary trasferisce molti elementi autobiografici: l'intenso rapporto con la madre/madame Rosa; come pure il mistero del padre sconosciuto.

Una cosa interessante del romanzo è la lingua in cui si esprime Momo, che doveva essere coerente con quella di un ragazzino che vive a Belleville, non va a scuoila, non conosce i genitori, abita da un'ex puttana, pensa di intraprendere la carriera di prossineta (sì lui dice così
), ma sa imparare dalle persone che incontra, senza giudicare.
In qualche momento, nonostante le difficoltà nelle quali Momo è immerso, immagini un senso di libertà nel vivere una vita al di là dei normali canoni di sicurezza e di quello che è considerato bene dal pensiero comune.

Alla fine Momo scoprirà quali sono le sue origini, e riuscirà a salvare dall'Ospedale madame Rosa, che non vuole andarci per essere curata oltre i limiti di una vita dotata di senso.
Ci riuscirà nascondendosi con lei in un sottoscala, e non vorrà riconoscere per giorni che Rosa è morta. Verrà salvato da una famiglia normale ma non convenzionale, che lo prenderà con sé.

Tutto questo in uno snello libretto di 200 paginette al costo di 10 euro e 50.
Buona lettura se volete.

Dimenticavo: dal libro venne tratto nel 1977 un film con Simone Signoret nella parte di madame Rosa. Spero di trovarlo.



camminare



domenica 20 novembre 2011

lavoro per i giovani


Al telefono la mia amica Giulia mi dice: sai come guadagnano qualcosa mio figlio e la sua compagna? Col volantinaggio.
Una mattinata di lavoro per 20 euro giornalieri, chiamati al bisogno.

E sai a chi devono queste entrate? Alle ragazzine che decidono di frequentare un corso per imparare a decorare le unghie, cosa che pare vada molto di moda.



Sorrentino: This must be the place


Il mese scorso vi ho parlato di un film di Paolo Sorrentino: Le conseguenze dell'amore. Un film che mi era piaciuto e che mi aveva colpito.
Anni fa avevo visto Il divo, sulla storia di Andreotti. Non mi aveva completamente soddisfatto.

Qualche settimana fa, a casa di amici, ho visto il suo ultimo film This must be the place, molto osannato sui giornali, e premiato al botteghino da una grande affluenza di spettatori.
Devo dire che il supporto su cui era registrato il film non era perfetto, e questo può aver influito sulla ricezione del film ma... non ho veramente capito tutto l'entusiasmo con cui è stato accolta quest'ultima opera di Sorrentino.

E' la storia di un uomo che non si è mai sentito amato dal proprio padre, il quale non accettava il fatto che andasse in giro con i capelli lunghi e cotonati e col viso pesantemente truccato.
Tuttavia il ragazzo di un tempo ha avuto successo nella vita, come componente di una famosa band musicale.

Nel momento in cui si svolge il film è felicemente sposato con una donna che fa il pompiere! e si lamenta di essere depresso.
La moglie gli risponde che non di depressione si tratta ma di noia, altrimenti non farebbe l'amore in modo così entusiasmante, con una donna con cui è sposato da 30 anni.


Un giorno arriva la notizia che suo padre è morto e che gli ha lasciato il compito di vendicare le umiliazioni subite da un sorvegliante aguzzino, durante il periodo passato in un campo di concentramento.
Lui accetta la missione, e anche il rischio di non tornare più a casa dove c'è sua moglie e tanti amici, perché ci viene fatto capire che è disposto ad uccidere l'aguzzino. E tutto questo perché? Per noia? Per riscattarsi col padre ormai morto?

L'accompagnerà in questa missione un esperto in ricerche di criminali nazisti, col suo aiuto rintraccerà l'aguzzino, ma si limiterà ad umiliarlo invece che ucciderlo.

Torna quindi a casa, ormai ha risolto i suoi problemi, infatti non si trucca più e si è tagliato i capelli.

Commento: la prima parte è di una noia pazzesca e la figura del protagonista mi sembra poco coerente.




Roma o Parigi?



Usl


Qualche settimana fa a Giulia ne era capitata un'altra.
Recatasi presso l'Ospedale di Civita Castellana per prenotare delle sedute di fisioterapia, regolarmente prescritte per un'artrosi al ginocchio, si era sentita rispondere di no.
La motivazione? Giulia appartiene ad una Asl che fa capo alla provincia di Roma, Civita invece è una Asl di Viterbo.

Giulia aveva accolto la spiegazione con molte perplessità.
Quindi aveva fatto 2 cose: una telefonata al
Cup, e poi una visita alla Asl del suo comune di residenza.

Entrambi le hanno risposto che la spiegazione da lei ricevuta non stava né in cielo né in terra, in quanto in Italia esiste un Sistema Sanitario Nazionale quindi, ogni prescrizione medica può essere erogata in qualunque presidio pubblico.
Per essere più chiari: se io abito a Messina, posso decidere di andare a curarmi a Milano.

E allora, perché quella risposta?