sabato 31 dicembre 2011

senza titolo



venerdì 30 dicembre 2011

Nascita della psicoanalisi, il primo Freud -prima puntata














Si parla molto, in questo periodo, di crisi della


psicoanalisi, accusata di dogmatismo, inefficacia
clinica e nessuna apertura alla discussione.
Prima di affrontare il libro di Michel Onfray, Freud
crepuscolo di un idolo, ho voluto gettare uno
sguardo sulla
teoria classica freudiana.

Il primo Freud

Nel 1886 Freud, neurologo, apre uno studio per malattie
nervose.
Lo attende subito un problema: la maggior parte dei
pazienti
sono i cosiddetti nevrastenici ed isterici.
Essi presentano sintomi che non possono essere fatti
risalire ad una lesione organica del sistema nervoso.

Freud dapprima ricorre all'armamentario dell'epoca: riposo,
bagni termali, elettroterapia.
Ma presto deve arrendersi
all'evidenza che questi metodi
non hanno alcun effetto.

Il problema diventa: trovare una terapia adatta a questo
tipo speciale di pazienti spesso accusati di simulazione.

Le concezioni dell'epoca sull'isteria:
a) l'isteria è un'irritazione degli organi sessuali femminili;
b) i sintomi isterici sono immaginari, una finzione delle
donne.


In Germania lo psichiatra Kraepelin sviluppa la convinzione
che la malattia mentale ha un senso e quindi sia
comprensibile
.


Freud trascorre quattro mesi a Parigi nella famosa clinica
francese per malattie nervose Salpetrière, guidata da
Charcot, l'illustre erede della psichiatria dinamica
francese del '700 e '800.

Charcot è l'inventore del concetto di isteria traumatica.
Afferma che le paralisi isteriche sono dovute ad uno
shock
psichico: è un'idea a provocare i sintomi della
nevrosi.
Per provarlo egli scatena, con la suggestione,
delle paralisi
artificiali che fa poi regredire.

A Vienna Joseph Breuer, uno stimato medico e vecchio
amico di Freud, nel 1882 gli parla di un interessante caso
di isteria.

Il caso di Anna O.
Un'intelligente e colta giovane donna dell'alta borghesia
viennese ha assistito giorno e notte il padre ammalato.
Alla fine di questo periodo pesante è crollata, presentando
vari sintomi: disturbi della vista e del linguaggio, paralisi,
allucinazioni e stati alternati di coscienza.
Breuer convince la paziente a narrargli il contenuto
delle sue allucinazioni.
Da allora ogni volta che la paziente riesce a risalire all'evento
che ha scatenato il sintomo, il sintomo si risolve.
La paziente battezza il metodo cura parlata, Breuer
parla di metodo catartico.
Una notte Breuer è chiamato al letto dell'ammalata che è
in preda alle allucinazioni di un parto isterico.
Breuer interrompe bruscamente la cura, e parte da Vienna
il giorno dopo per una seconda luna di miele con la moglie.

Breuer e Freud scrivono insieme il libro Studi sull'isteria
(1892-95).
I due autori erano arrivati alla conclusione
che l'isterico soffre di reminiscenze, ossia di ricordi
dolorosi
e spiacevoli di natura traumatica.
I ricordi traumatici sono patogeni: si ha qui la rivoluzionaria
nozione che un agente esclusivamente psichico influisca
sui processi fisici del corpo.

Durante i suoi tentativi di far parlare le pazienti per indurle
a
ricordare l'evento traumatico, Freud s'imbatte
sistematicamente nel fenomeno della resistenza: era come
se ci fosse una forza che impediva il riemergere di qualcosa
che era stato una volta cosciente e poi allontanato.

Si arriva così al concetto di difesa: ipotesi di un conflitto
tra
forze opposte: da un lato i ricordi traumatici di
natura sessuale
,
e dall'altro l'Io o il resto della
personalità, che per motivi morali
sente questi ricordi e
sentimenti come estranei e ripugnanti.

Si innescava quindi uno sforzo attivo per allontanare dalla
coscienza questi ricordi: rimozione.

I ricordi traumatici sepolti nell'inconscio, rimangono
una forza attiva che motiva il comportamento.
Proprio perché non possono essere espressi, l'affetto
connesso viene convertito nel sintomo dell'isteria.
I sintomi spariscono se si verifica l'abreazione, ossia se
il ricordo è riportato alla coscienza, insieme all'emozione
che lo accompagnava quando si verificò il trauma originario.

Breuer però cominciò ad essere in disaccordo con Freud
sul fatto che i ricordi rimossi fossero principalmente di
natura sessuale.

L'accostamento delle due nozioni di sessualità e difesa
costituisce la base per l'elaborazione di una psicopatologia
generale (1894).
I sintomi e le nevrosi sarebbero il risultato di un compromesso
tra due forze in lotta.
Lo stesso stesso schema esplicativo sarà applicato al sogno.

La tecnica di Freud merita una piccola digressione.
Freud comincia usando l'ipnosi. All'inizio per inibire i sintomi.
Poi per risalire ai ricordi.
Passa poi alla suggestione, e poi le abbandona entrambe,
passando alla definitiva tecnica delle associazioni libere.

Riguardo poi alla natura più specifica dei ricordi traumatici
sessuali, Freud dal 1893 al 1897 propone la famosa teoria
della seduzione: i ricordi rimossi quasi sempre rivelerebbero
seduzione o molestie sessuali da parte di un genitore o di
un adulto.

Dopo un certo tempo Freud comincia a nutrire dubbi
sull'ipotesi
della seduzione.
Era veramente difficile credere ad una tale

diffusione delle perversioni verso i bambini.
Scrive all'amico Fliess di non credere più ai suoi nevrotici.
Pensa che i racconti dei suoi pazienti non siano fatti
realmente
accaduti, ma fantasie di desiderio del
paziente.


Ma lo scossone finale alla teoria della seduzione viene a
Freud
dall' autoanalisi che porta avanti insieme al lavoro
sui pazienti.

Nella stessa lettera a Fliess Freud scrive: Ho trovato amore
per la madre e odio per il padre anche nel mio caso,
ed ora
ritengo che questo sia un fenomeno generale della
prima infanzia.


L'abbandono della teoria della seduzione, con il passaggio dalla
realtà alla fantasia nei racconti dei nevrotici, permette a Freud
di formulare il concetto di sessualità infantile e di complesso di
Edipo.

Le due teorie
Dopo il piano clinico ossia la ricostruzione della storia della nevrosi
del paziente, Freud si pone un altro tipo di problema, ossia quello di
spiegare il meccanismo che all'interno del paziente produce il
comportamento nevrotico.
Qui Freud si comporta da scienziato che vuol vedere dentro quello
che lui chiama apparato psichico.

Tenta quindi di costruire una teoria neurofisiologica dei
fenomeni psichici, in linea con le correnti scientifiche e
filosofiche dominanti nella seconda metà dell'800.
Vedi la scuola fisicalista di Berlino: Helmholtz-Brucke,
Du Boi-Reymond, e il tentativo di unificare tutte le scienze
sulla base del principio fisico di conservazione dell'energia.

Questo fa Freud nel Progetto (1895) che è il primo testo
di metapsicologia.
Qui Freud per spiegare il meccanismo dell'isteria propone
una teoria del sistema nervoso come apparato energetico
i cui elementi sono i neuroni e l'energia, e il cui principio di
funzionamento è lo stesso dei sistemi fisici, in cui valgono
le leggi di conservazione dell'energia.

P.S. per leggere l’articolo nella sua interezza:

http://www.tinas.it/filosofia/freud01.htm













giovedì 29 dicembre 2011

senza titolo



mercoledì 28 dicembre 2011

Vescovio



martedì 27 dicembre 2011

Raymond Carver, riflessioni - seconda puntata



Poco propenso all’intreccio, Carver punta tutto sulla
singola situazione narrativa.
Niente di speciale sembra accadere nei suoi racconti:
l’attenzione è concentrata su eventi minimi, quotidiani.
Una folgorazione improvvisa o una lenta e sapiente
tensione rivelano l’inautenticità della situazione.

Carver ci racconta storie di un ambiente che
conosceva a fondo, popolato di gente comune
che “cerca di fare del suo meglio” per sopravvivere,
impreparata di fronte alle contraddizioni del
mondo contemporaneo e ai bruschi risvegli dal
sogno americano.

I protagonisti dei suoi racconti spesso hanno
difficoltà ad esprimersi con le parole e ricorrono
ad una serie di surrogati: tic, ossessioni, silenzi, oggetti.
Cercano di trovare un qualche equilibrio nell’alcool,
s’interrogano sul significato dell’amore, fanno i conti
con le piccole e grandi violenze quotidiane.

Intorno ai personaggi: strade interurbane deserte,
cittadine fatte di edifici tutti uguali, immensi
parcheggi, squallidi capannoni industriali,
supermercati immensi pieni di donne e di uomini
destinati a rimanere sconosciuti gli uni agli altri.

Sarebbe difficile resistere leggendo queste storie
spesso piene di squallore, se non fosse perché al
di sotto di queste descrizioni circola un sentimento
di compassione verso i compagni che attraversano
questa vita insieme a noi.

Tra gli scrittori, Carver ammirava molto Isac Babel,
Ernest Hemingway
, ed in particolare Anton Cechov.

In un racconto Babel affermava:

“Non c’è ferro che possa trafiggere il cuore con
più forza di un punto messo al posto giusto.”

Diceva Carver:

la cosa che volevo fare con i miei racconti:
mettere in fila le parole giuste, le immagini
precise, ma anche la punteggiatura esatta e
appropriata per far sì che il lettore fosse
attratto e coinvolto all’interno del racconto
fino a essere incapace di distogliere lo sguardo
dal testo, a meno che non gli andasse a fuoco
la casa attorno...


Quello di Carver è un modo di raccontare
ingannevolmente semplice, per lui le parole
sono lo strumento privilegiato per una
ricognizione della condizione umana.
Uno strumento da maneggiare con cura,
senza trucchi e senza pose nei riguardi del lettore.

Ne L’incarico, facendo presagire un’importante svolta
tematica, destinata purtroppo a rimanere senza
seguito,
Carver abbandonò la scena geografica usuale,
per trasferirsi nell’Europa dei primissimi anni del secolo e
narrare gli ultimi mesi di vita di Anton Cechov, lo scrittore
da lui più amato.

Da un punto di vista compositivo Carver non era
mai appagato dai risultati, sottoponeva i racconti
ad un lavoro enorme di limatura operando in levare,
per sgombrare il centro tematico dei racconti da
tutto il superfluo.
L’impressione di essenzialità estrema che si ricava
leggendo i suoi scritti, è il prodotto consapevolmente
perseguito di un feroce impegno di riscrittura.

Il suo editor Gordon Lish spinse Carver a tagli
estremi, contribuendo a creare quello che fu
definito da alcuni critici lo stile minimalista,
etichetta peraltro sempre rifiutata dall’autore
che affermava invece di considerarsi un precisionista.

Carver subì in un primo momento i tagli drastici
che Lish operò sui racconti.
Ma appena gli fu possibile reintegrò i
racconti con le parti espunte.
I racconti così ricostituiti sono qualcosa di
diverso, meno duri, più umani.
Diventa finalmente visibile la sua capacità di
compassione, anche se questa caratteristica è
più evidente da Cattedrale in poi, in cui Carver
si permette una scansione più ampia dei racconti.

Alcuni hanno visto nei racconti di Carver una
fusione del realismo lirico di Cechov con
l’espressionismo criptico di Kafka.

Carver scrisse anche raccolte di poesie.
La poesia gli consentiva una scrittura
più immediata rispetto alle lunghe e tormentate
gestazioni dei racconti.
Con uno stile lirico-narrativo colloquiale rifletteva
sui misteri dell’amore e della morte.
Spesso dietro ad un racconto c’era una poesia
precedente in cui era tratteggiata la stessa situazione .

Oggi la critica è concorde nel considerare
Carver un maestro della nuova letteratura
americana e il principale rinnovatore della
tradizione della short story che va da Poe
a Hemingway.

Ha ispirato un’intera generazione di scrittori
più giovani come David Leavitt e Jay McInerney.
Il regista Robert Altman si ispirò ai suoi
racconti per il film “America oggi”.

L’opinione pubblica conservatrice lo ha
più volte rimproverato di aver trasmesso
un’immagine negativa dell’America contemporanea.

In Italia i suoi libri sono stati tradotti con
notevole ritardo e in ordine inverso.
La prima edizione italiana di Cattedrale nel
1984 fu un clamoroso insuccesso.

Termino indicando le poesie di Carver che prediligo:
la prima appartiene al Nuovo sentiero per la cascata,
e s’intitola Non c’è bisogno.
Le altre tre fanno parte della raccolta Racconti in
forma di poesia
, e s’intitolano: A mia figlia, Energia,
L’intervista.


Un’ultima annotazione: mentre nelle poesie Carver
è direttamente autobiografico, nei racconti lo è solo
in modo indiretto, usando l’esperienza vissuta
per costruire personaggi e ambienti.











P.S. Se volete leggere l'articolo nella sua interezza,



Raymond Carver, vita e scritti - prima puntata










Raymond Carver
è uno dei miei scrittori preferiti.


Ho pensato di raccogliere un po' di notizie sulla
sua
vita e su quanto ha scritto:
Raymond Carver, nato in Oregon nel 1938,
crebbe
a Yakima, nello stato di Washington,
accanto ad
una grande riserva indiana.

Qui i genitori avevano
trovato lavoro: il
padre come operaio in una segheria,
e la
madre come cameriera in un ristorante.

Nonostante la famiglia fosse sempre alle
prese con
gravi problemi economici, il padre
ispirò al figlio la
passione per i libri
leggendogli ogni sera qualche pagina
della Bibbia,
o racconti di avventure.


Carver cominciò a lavorare molto presto,
facendo
un po'di tutto, senza smettere
però di coltivare
l'interesse per la letteratura.

Nel 1958, trasferitosi in California, seguì le lezioni
di
creative writing tenute da John Gardner, che
in seguito lo
aiutò a pubblicare i suoi primi scritti.

Intanto nel 1957, appena diciottenne, sposò

Marianne Burk allora sedicenne, che aveva
messo incinta.

La nascita di un secondo figlio, poco tempo
dopo,
rese ancor più difficile la loro precaria
condizione
economica. Carver tuttavia,
strappando il tempo al lavoro,
continuò a
scrivere e a studiare chiuso in un garage
o
nella macchina parcheggiata. Nel 1963
riuscì
a laurearsi.


A 29 anni incominciò a bere:più di una volta

rischiò la vita a causa dell'alcol e finì in cella per
ubriachezza.


Presso l'Iowa Writers' Workshop, dove insegnava

insieme a John Cheever, conobbe la poetessa
Tess Gallagher,
che sarebbe poi divenuta sua moglie.

Nel giugno 1977 Carver iniziò una cura disintossicante,

che gli permise di liberarsi dall'alcolismo.
Nel frattempo
aveva ottenuto la cattedra di Letteratura
inglese
presso
la Syracuse University.
Fra i suoi allievi ebbe Jay McInerney.


La raccolta di racconti Vuoi star zitta per favore?
del
1976, lo impose sulla scena letteraria.
Fa da sfondo a questa prima raccolta, il paesaggio della
sua
faticosa giovinezza: il mare le foreste e il cielo
sterminato sopra le
montagne.
I suoi personaggi sono uomini e donne che si trascinano
nella vita,
incapaci di stabilire un rapporto positivo con
ciò che li circonda.
Seguì una seconda raccolta Di cosa parliamo
quando
parliamo d'amore nel 1981.
In questa seconda raccolta Carver continua a
dar voce ai derelitti della società dei consumi:
un esercito di commessi viaggiatori, operai,
innamorati in crisi.
Carver riferisce le loro
vicende e le loro angosce senza idealizzazioni
.


Nel 1983 uscirono i dodici racconti della terza
raccolta:
Cattedrale.
In questa che è considerata la sua prova più riuscita
Carver
approfondisce i temi precedenti:
vicende di
apparente normalità
in cui, come nella
tradizione fantastica, il quotidiano si screpola
lasciando
intravedere una dimensione diversa, perturbante.

A proposito del racconto che dà il nome alla raccolta
vi consiglio di leggere
il saggio che gli ha dedicato
A.B.Yehoshua
intitolato
Come costruire un codice
morale su un sacchetto della spesa
.


All'inizio del 1984, Carver si trovò ad affrontare il
successo,
a lungo inseguito e forse inconsciamente
sabotato, insieme
alle conseguenze della notorietà.
Difficili da affrontare per un
uomo schivo e introverso.
Per un po' smise di scrivere e di insegnare, e si rifugiò
a
Port Angeles, nella casa di Tess, costruita alla
confluenza
di due fiumi.
Una casa tutta finestre, da cui si potevano
osservare
gli uccelli che facevano il nido sugli
alberi.


Passati inverno e primavera, Carver si rimise
al lavoro e
scrisse i Racconti in forma di poesia.
In seguito avrebbe scritto altre due raccolte di poesie:
Blu oltremare
e Il nuovo sentiero per la cascata.
Tra l'83 e l'87 scrisse un'altra raccolta di racconti:
Chi ha usato questo letto?

In questi racconti s’intuisce lo sforzo di mettere
ordine
nel caotico mondo di rimorsi, turbamenti
ed emozioni
dei protagonisti, espresso attraverso
i gesti della
quotidianità, come quello di rastrellare
foglie morte.

Finalmente, attraverso la scrittura,l'amore per Tess,
il successo e l’entrata nel mondo della letteratura:
il suo mito di adolescente, era riuscito a dare senso
alla
propria esistenza.

Nell'88 raccolse in Da dove sto chiamando i suoi
37
migliori racconti.

Carver fu anche autore di libri “miscellanei”:
Voi non sapete che cos’è l’amore
;
No Heroics,Please
; e insieme a Tess Gallagher
la sceneggiatura di
Dostoevskij.


Quello stesso sanno morì a Port Angeles a soli
50 anni,
per un tumore ai polmoni, dopo aver scritto,
con l'aiuto
di Tess, il suo ultimo libro di poesie:
Il nuovo sentiero
per la cascata.

Dopo la sua morte, la vedova pubblicò:
Se hai bisogno

chiama, una piccola raccolta di 5 racconti inediti.