lunedì 23 gennaio 2012

senza titolo



domenica 22 gennaio 2012

Abolizione valore legale titolo di studio


Riguardo all'abolizione del valore legale del titolo di studio, sono nettamente contraria.
Già il titolo di studio non è garanzia sufficiente.
Ve lo immaginate un medico che cura un paziente
col cancro, e magari non ha neanche le basi dell'arte medica?
Basi che possono essere assicurate solo dalla laurea.

Non andrebbe bene neanche se questo significasse istituire
delle
agenzie di rating, per accertare quali Università
forniscono un
titolo veramente valido e quali no.
Di questi tempi sappiamo bene come si comportano le
agenzie di rating,
e che le suddette finiscono sempre per
essere espressione, e quindi tutelare, solo
gli interessi di
qualcuno a cui sono vicine.

L'unica cosa che mi sembrerebbe giusta, anche per tutelare
i futuri utenti, sarebbe quella di eliminare
corsi di laurea inutili, dare i fondi necessari alle varie Università e vigilare perché questi soldi vengano usati per creare eccellenze.




mercoledì 18 gennaio 2012

camminare...



sabato 14 gennaio 2012

Doris Lessing: Il sogno più dolce













Doris Lessing
è una donna ribelle e una testimone del

suo tempo.
Ha vissuto in tre continenti diversi; Africa ed Europa
convivono nelle sue pagine.
La sua è una vita interamente spesa nella scrittura,
per lei è stato fatto il paragone con Virginia Woolf.
E' ironica e fluviale: non trascura alcun dettaglio di
ciò che racconta.

Nasce nel 1919 a Kermanshah, in Iran, dove lavorava
suo padre, un impiegato di banca che aveva lasciato
l'Inghilterra reduce mutilato della prima guerra mondiale.
Nel 1924 la famiglia si trasferisce nella Rhodesia del
Sud, l'odierno Zimbabwe.
Qui il padre aveva ottenuto dal governo una concessione
territoriale: inseguiva il sogno di diventare ricco con
la coltivazione del mais.

Lessing trascorre la giovinezza insieme al fratellino,
in una tenuta immersa nella natura africana, ma è in
perenne conflitto con la madre che, dopo la vita sociale
di
Teheran, odiava la vita di campagna, e le imponeva
un'educazione da signorina inglese di buona famiglia.
E' mandata in un collegio cattolico a sette anni, e poi
alla Salisbury High School for Girls a quattordici anni.

Viene presto in contatto con una società che mostra
i primi segni del conflitto razziale in cui sarebbe
sprofondata qualche anno più tardi la Rhodesia.
Comincia a scrivere già durante la permanenza
nella fattoria dei genitori, prima di abbandonare la
scuola e accettare degli impieghi a Salisbury come
centralinista o segretaria.

Tra le sue prime letture: Dickens, Scott, Stevenson,
Kipling.
A seguire: D.H.Lawrence, Stendhal, Tolstoy,
Dostoevsky.
Partecipa attivamente alla vita sociale dei giovani della
città; nel 1939 si sposa e ha due figli, ma divorzierà
nel 1943.

Entra nel partito comunista e sposa in secondenozze
un attivista
politico tedesco, Gottfried Lessing.
Hanno un figlio e divorziano nel 1949.

Nello stesso anno, a trent'anni non ancora compiuti,
si trasferisce a Londra, dove vive tuttora,
scappando da quella Rhodesia "terribilmente
provinciale" che la soffocava, per cercare la
"vita vera" e l'affermazione professionale. Intanto,
a sua insaputa, era stata bandita dalla Rhodesia.

Lascia in Africa due figli e arriva a Londra con un
bambino piccolo per mano, solo centocinquanta
sterline nella borsetta, e il manoscritto di The Grass
is singing, ben decisa a diventare una scrittrice.
Il libro è pubblicato nel 1950 ed ha un successo
immediato.
A Londra partecipa al movimento dei giovani
arrabbiati, la cui protesta antiborghese interpreta
soprattutto in chiave femminista.














Dal partito comunista e
anzi, da ogni forma di
aggregazione partitica si ritrarrà, molto delusa,
nel '56.

Lessing ha pubblicato oltre cinquanta libri:
La sua narrativa ha origine dall'evocazione della
vita dei coloni bianchi in Africa, con The Grass is
singing, scritto nel 1949, libro che verrà molto
odiato dai bianchi, e i Racconti africani.
In seguito si sposta verso la critica della vita
borghese, nella pentalogia dei Children of violence,
romanzi scritti tra il 1952 e il 1968, incentrati
sull'eroina Martha Quest, in cui è presente una
spiccata tendenza all'autobiografismo.

Uno dei fili conduttori forti della sua scrittura è
la re
lazione con la madre, che Lessing ricorda
sempre con furore.

Ma, a questo riguardo dice: E' stata lei ad aprirmi
le porte della scrittura, ad aprirmi le porte
di un
mondo in cui le sarei sfuggita per sempre.


Seguiranno L'altra donna del 1953, La noia di
essere
moglie del 1957, L'abitudine di amare
sempre del 1957.


La condizione femminile, nell'ambito più vasto
della crisi intellettuale e politica di un'intera
generazione, è il tema de Il taccuino d'oro del 1954,
che diventerà la bibbia delle ragazze del '68.


The Golden Notebook tratta della crisi artistica e
personale di una scrittrice.

Parte come romanzo realistico convenzionale, in cui
ogni
minimo even
to è indagato al microscopio e si
trasforma in un saggio sull'impossibilità di scrivere

un romanzo
.

Diventerà poi un testo fondamentale per lo
sviluppo del romanzo inglese del ventesimo secolo.
I suoi precedenti vanno ricercati, dal Settecento in poi,
nella narrativa ragionante inglese, fatta di realismo e
di immaginazione, di conversazione sui fatti quotidiani e
di opinioni. V. Jonathan Swift, Jane Austen, Aldous
Huxley
.


Il lavoro successivo di Lessing include una serie di romanzi
sperimentali e di fantascienza scritti tra il 1979 e il 1983,
Argos:Archives, una serie sul futuro della Terra come
colonia
di un impero galattico.
Spesso un libro non le basta a contenere una storia che
deborda in una serie o un ciclo.

Torna al romanzo realista con: Il diario di Jane Somers,
del
1983, in cui affronta il tema della solitudine della vecchiaia.
Libro pubblicato sotto lo pseudonimo di Jane Somers, per
farsi beffe dell'establishment letterario.

Negli anni '80 collabora col compositore Philip Glass ad
un'opera basata sul suo romanzo di fantascienza The
making of the representive for planet 8.
Nel 1982 riceve lo Shakespeare Prize.

In seguito ha posto al centro della propria opera lo
squallore urbano, con The Good Terrorist del 1985, che
è la storia ironica di una ragazza semplice che diventa
terrorista per caso: una brava ragazza che stira e lava
i piatti per i bombaroli.

Della sua vita ha fatto parte l'impegno civile verso la
Resistenza Afgana.

Nel 1986 si è recata in Pakistan per verificare di persona
le condizioni dei profughi e per parlare con i capi dei Mujahidin.
Ne è nato un libro a metà strada tra reportage e
romanzo:
Il vento disperde le nostre parole, in cui
documenta il dramma dei profughi afgani visto soprattutto
dalla parte femminile, nella regressione dei costumi
conseguente alla guerra e alla vita nei campi profughi.


I bellissimi Racconti londinesi sono del 1987.

Nel 1988 esce The Fifth Child, una novella gotica che si
svolge nell'ambito di un'ambiguità psicologica alla Henry James:

una famiglia borghese un po' all'antica, che sembra essere
stata risparmiata dalla barbarie dell'epoca moderna...


Lessing ha scritto anche per il teatro.
Ma, a mio parere, sono i racconti a contenere il meglio
della sua arte
, in particolare i Racconti londinesi.

Nei racconti si concentra su un frammento di una storia, su
un'atmosfera, un momento di vita, mette da parte la
consueta
torrenzialità, e fa emergere la sua più grande
dote: la finezza interpretativa delle relazioni umane.


Nel 1994 esce Sotto la pelle, il primo volume dell' autobiografia,
che tratta dei suoi primi trent'anni di vita, trascorsi quasi
completamente in
Africa.
Camminando nell'ombra, il secondo volume, esce nel 1997, e
parte dall' arrivo a Londra.
Chi ha amato Il taccuino d'oro, ritroverà in questo secondo
volume, gli amanti, gli intellettuali e le amiche che hanno fatto
parte della sua vita,
il viaggio in Urss, la musica, la droga, le
aspettative tradite dal comunismo, di un'epoca in cui tutto
sembrava
possibile.

Dal 1996 al 2000 escono Amare ancora, in cui parla dell'amore
nell'età matura,
Mara e Dann, Ben nel mondo, séguito de
Il quinto figlio
.












Pare che abbia già scritto il terzo volume dell' autobiografia,
che verrà pubblicato dopo la sua morte, per non rischiare di
offendere troppe persone.

Al suo posto ha pubblicato nel 2001 Il sogno più dolce, che
copre il periodo di tempo che avrebbe dovuto abbracciare il
terzo volume:
romanzo chiaramente a sfondo autobiografico,
storia dei membri di una famiglia borghese ma aperta, dai
mitici anni sessanta in poi.

Il " sogno più dolce" è quello del comunismo.
Nel libro è presente una chiara denuncia dei miti dell'epoca,
dell'impegno in favore del comunismo, dell'ipocrisia e dei ritardi
dei militanti
nel prendere atto e den
unciare gli orrori che si
svolgevano in Urss.

Si parla anche della nuova generazione che pensa che tutto le
sia dovuto, e che si dedica agli espropri proletari.


Una delle figure centrali del libro è il compagno Johnny, che
scarica mogli e figli dalla sua ex Frances, mentre si dedica a
conferenze e missioni di pace nei paesi rivoluzionari, sempre
pronto a nascondere i suoi egoismi e il suo mostruoso
narcisismo dietro il paravento del lavoro per la rivoluzione.

Come in altri suoi libri, anche nel personaggio di Frances, intorno
a cui gira tutto il libro, è presente un grosso aspetto masochista.
Frances finisce per accettare tutto o quasi dal suo precedente
marito, dai figli, dagli amici dei figli
.
Il libro si svolge a Londra per tre quarti. Nell'ultima parte
si trasferisce in Africa, in
un'ex colonia facilmente riconoscibile
dopo l'indipendenza, e denuncia la corruzione e l'incapacità della
nuova élite, che mantiene nella povertà e nella disperazione la
popolazione, anche nei paesi più ricchi, facendo quasi rimpiangere
i vecchi padroni.


Per leggere l'articolo nella sua interezza:

http://www.tinas.it/letteratura/doris_lessing.htm


















Bevagna



venerdì 13 gennaio 2012

Riguardo ai soldati americani che urinano sui cadaveri dei nemici morti


Riguardo all'orrore dei soldati americani che urinano su Talebani morti a terra, non ci si può stupire.

Li hanno proprio allevati/costruiti così: macchine da guerra contro nemici che non sono uomini come noi, quindi fanno schifo, quindi è giusto fargli qualunque cosa, quindi è giusto ucciderli o violentarne i corpi in tanti modi.

Di che ci stupiamo: i ricchi signori della guerra utilizzano noi per i loro affari. E ci fabbricano come gli pare, altrimenti chi andrebbe in guerra, chi andrebbe ad uccidere?




mercoledì 11 gennaio 2012

martedì 10 gennaio 2012

Freud e L'interpretazione dei sogni - seguito







L'
Interpretazione dei sogni è la prima grande opera
psicoanalitica.
Basata su oltre mille interpretazioni di sogni, contiene la
prova dell'autoanalisi di Freud con quasi cinquanta suoi
sogni, utilizzati come esempi.

Vi sono esposti quasi tutti i concetti principali della
psicoanalisi.
Freud scoprì il significato del sogno cercando di capire
le nevrosi, grazie ad una modifica decisiva della tecnica
terapeutica.
La sua analisi psichica, pur avendo abbandonato l'ipnosi,
faceva ancora uso di alcune tecniche suggestive come
ammonizioni, pressioni della mano sulla fronte, ecc. per
risvegliare nella mente del malato idee legate alla causa
del suo sintomo (determinismo psichico).
Avendo un giorno una malata chiesto a Freud di non
interrompere il corso dei suoi pensieri, Freud si adeguò,
incamminandosi così verso la tecnica delle associazioni
libere, cui la psicoanalisi deve la sua originalità.

Dal momento in cui questa tecnica divenne la norma
durante le sedute, i pazienti cominciarono spontaneamente
a raccontare i loro sogni e Freud si trovò a trattare le
produzioni della vita notturna allo stesso modo dei
sintomi.

Freud era stato colpito dall'idea di uno psichiatra
che vedeva negli stati di allucinazione, propri di
alcune malattie mentali, un modo per realizzare
un desiderio nascosto.
Cominciò quindi a supporre che la stessa cosa
avvenisse nel sogno, e che la parte notturna
della vita psichica fosse altrettanto ricca di senso
di quella diurna.


Freud trovò il primo materiale del libro nell'analisi
dei propri sogni. Il progetto stesso dell'opera
coincideva con una crisi: Freud fu indotto a scriverla
per superare il penosissimo stato interiore nel quale
lo aveva gettato la morte del padre.

Il libro si articola in sette capitoli.
Il primo, di quasi cento pagine, è costituito da una
rassegna della letteratura scientifica sul sogno.
Nei capitoli II-VI viene definito l'approccio
psicoanalitico ai sogni, con centinaia di esempi.
Nel capitolo VII Psicologia dei processi onirici,
Freud cerca di costruire, oltre ad una psicopatologia,
una psicologia dei
processi psichici normali: sogni,
lapsus, dimenticanze,
motti di spirito, fino allora trascurati.

All'inizio del primo cap. Freud stabilisce due principi:
1- esiste una tecnica psicologica che consente di
interpretare i sogni;
2- applicando questo metodo, il sogno si rivela una
formazione psichica densa di significato.

Il sogno è il risultato dell'attività psichica inconscia che
ha luogo mentre l'individuo dorme.
Questa attività minaccia di interrompere il sonno; il
soggetto che dorme, per non svegliarsi, sogna.

Attenzione però: quel che viene ricordato del sogno
dopo il risveglio,
è solo il sogno manifesto.
I pensieri e i desideri inconsci che stanno alla base del
sogno vengono chiamati contenuto onirico latente.

Le operazioni psichiche inconsce mediante le quali il
contenuto onirico latente viene trasformato nel sogno
manifesto, vengono chiamate lavoro onirico.

Fanno parte del contenuto onirico latente:
1- i pensieri e le idee preconsce connesse alle attività
e preoccupazioni della vita diurna (residui diurni);
2- desideri inconsci, rimossi, infantili ossia risalenti
ai primi anni di vita.
In effetti la parte essenziale del contenuto latente
è quella che proviene dal rimosso.
La tesi di fondo di Freud è che il sogno manifesto
rappresenti una soddisfazione mascherata del
desiderio rimosso.

Il desiderio inconscio è il capitalista del sogno, dice
Freud metaforicamente.
Però il desiderio inconscio non avrebbe alcuna possibilità
di espressione se non si associasse in qualche modo ai
residui diurni o ad un pensiero preconscio, l'imprenditore
della metafora, che così diviene veicolo del desiderio
inconscio.

Nel sogno la gratificazione viene permessa in quanto
lo stato di sonno impedisce l'azione.
In altri termini il sogno è un compromesso tra
desiderio e censura.

Il testo manifesto del sogno rimanda al contenuto
latente secondo le stesse procedure che danno
origine al sintomo:
- esperienze sessuali infantili - rimozione - sintomo
di compromesso//desideri infantili - rimozione - sogno.

Ma come si arriva dal desiderio latente al contenuto
manifesto del sogno?
Quali sono i meccanismi specifici attraverso i quali il
lavoro onirico crea i travestimenti e le deformazioni
che permetteranno al desiderio inconscio e al materiale
preconscio associato di esprimersi nel sogno?

1- Il primo di questi meccanismi è la condensazione:
un'ampia gamma di pensieri latenti viene compressa
in una piccola quantità di materiale manifesto.
Vengono così a formarsi immagini collettive,
composite, in cui appaiono solo le
caratteristiche comuni, mentre le differenze vengono
cancellate.
2- Il secondo meccanismo è lo spostamento: che
può avvenire sostituendo un elemento latente del
contenuto onirico con un elemento più lontano come
significato, oppure spostando l'investimento psichico
da un elemento relativamente importante ad uno meno
importante.
3- Traduzione dei pensieri latenti in immagini.
4- Un ulteriore processo è l'elaborazione
secondaria operata dall'Io che tenta di modellare
il contenuto manifesto secondo una parvenza

di logica e di coerenza.

Per comprendere il significato del sogno l'interpretazione
deve compiere il cammino a ritroso.

Nel cap.VII dell'Int. dei sogni Freud elabora il
modello topico di apparato psichico.
Con ciò abbandona il terreno neurofisiologico e
tenta un modello esclusivamente psicologico.
Ora, al posto dei neuroni, parla di sistemi di percezioni
e ricordi.

L'affermazione che il sogno ha una causa implica che
il sogno è il prodotto di un apparato psichico.
Freud studiando il sogno è costretto ad approfondire
la sua teoria dell'inconscio:

TEORIA TOPICA: presenta un apparato diviso in
sistemi analoghi ai luoghi fisici.
Distinzione fatta in base al rapporto dei vari sistemi
con la coscienza.

L'inconscio abbraccia gli elementi psichici che non
riescono, o riescono solo con grande difficoltà a
raggiungere la coscienza; il preconscio quelli che
possono divenire coscienti con un semplice sforzo
dell'attenzione, il conscio è ovvio.
Tra inc. e prec. agisce una censura (rimozione).
Gli elementi dell'inconscio sono inaccessibili alla coscienza,
esso funziona secondo il processo primario.

Caratteristica del p. primario è la tendenza alla scarica completa

e immediata. Agisce secondo il principio di piacere.
Gli elementi del sistema inconscio sono rappresentativi
delle pulsioni sessuali. L'energia associata a tali pulsioni
è libido. E' la parte più antica dell'apparato psichico.

Preconscio = non esiste alla nascita, funziona secondo il
processo secondario, in cui la tendenza alla scarica può
essere differita; agisce secondo il principio di realtà.

Conscio = tende a limitarsi a sensazioni provenienti dal
mondo esterno, e ad eventi che riguardano il preconscio.

Gli elementi inconsci, per diventare consci, devono prima
diventare preconsci unendosi alla corrispondente traccia
verbale, e poi ricevere attenzione dal conscio.

Teoria del desiderio o della nascita dell'apparato:
il principio di piacere è il primo principio del funzionamento
psichico.
Esso governa le operazioni del processo
primario
per produrre la gratificazione immediata
di qualsiasi
desiderio o bisogno, senza considerazione
per la realtà.


Il bambino affamato per esempio cerca il seno, che collega
con la soddisfazione e il lenimento della sua fame;
quando il seno non è immediatamente a disposizione nella
realtà, egli si procura una soddisfazione immediata anche
se sostitutiva allucinando il seno.
La mancanza dell'atteso soddisfacimento, con la conseguente
frustrazione, ha per conseguenza l'abbandono del tentativo
di appagamento per via allucinatoria.
L'apparato psichico deve risolversi a modificare la realtà
esterna: con ciò si instaura un nuovo principio di attività
psichica:il principio di realtà.

E' importante che il passaggio maturativo dal processo
primario al processo secondario sia visto come prodotto
di esperienze di soddisfacimento e frustrazione nel contesto
delle interazioni sociali tra il bambino e le persone cui fa
riferimento.

Bibliografia:

Sigmund Freud, L'interpretazione dei sogni, Boringhieri
Didier Anzieu, L'autoanalisi di Freud, Astrolabio.
















Per leggere l'articolo nella sua interezza:


http://www.tinas.it/filosofia/freud02.htm




Foligno



lunedì 9 gennaio 2012

Noi credevamo di Mario Martone


Noi credevamo di Mario Martone, con la sceneggiatura
di Giancarlo De Cataldo,
è un bel film che ci ricorda
i 150 anni dall'Unità d'Italia.
Cose quasi dimenticate, apprese durante gli anni di
scuola.

Ero perplessa, prima di vederlo, perché il film ha una
durata di circa 3 ore. Ma la sua lunghezza non mi
ha affatto disturbata.
Esteticamente abbastanza bello, si rifà un po' alla
pittura italiana dell'800.

Il film si riferisce agli avvenimenti accaduti tra il
1830 e il 1860 circa, ed è ambientato in gran
parte nel Cilento, in parte a Parigi e altrove.

Segue gli avvenimenti del Risorgimento attraverso
lo sguardo dei tre protagonisti principali, tre amici
di cui due: Domenico e Angelo sono figli di proprietari
terrieri e il terzo: Salvatore, è figlio del contadino
che si occupa del frantoio.
Protagonisti che rappresentano il contributo del Sud
al Risorgimento.
Il film si divide in un prima, e un dopo, in cui vengono
mostrati i protagonisti da giovani e poi da adulti.
Ho avuto problema a seguire la storia per la scelta
del regista di usare attori diversi per narrare la
maturità dei protagonisti, invece di invecchiarli con
l'aiuto del trucco.

Il film, mi dicono, si ispira solo parzialmente
all'omonimo libro di Anna Banti che, nel frattempo
mi è venuta la curiosità di leggere.

Come in un bildungsroman, nella prima parte del film
ci vengono mostrati i tre amici che vengono in
contatto con le idee di Mazzini, Mazzini che vuole l'unità
d'Italia e si oppone ai Savoia.
Ci sono, se così si può dire, varie tipologie di
rivoluzionari.
Tutti vogliono unificare l'Italia, ma oltre agli affiliati
alla Giovine Italia, ci sono differenze tra repubblicani
e monarchici. Come ci viene mostrato nel carcere in
cui sono stati rinchiusi i rivoluzionari che hanno
partecipato alle lotte di quel periodo.
In quel momento in Italia si parlava di un
attentato a Carlo Alberto, e in Francia all'imperatore
per mano di Orsini. Attentato che in effetti ci sarà, e
da cui
uscirà illeso l'imperatore, morti e feriti un gran
numero
di innocenti cittadini.

Ci vengono mostrate le differenze di posizione anche
all'interno di chi condivide la stessa linea, ad esempio
tra Domenico e Angelo, entrambi mazziniani, entrambi
repubblicani.
La possibilità che la lotta sbocchi nel terrorismo
viene rappresentata, oltre che da Orsini, da Angelo che
chiede insistentemente soldi per attentati a Cristina di
Belgioioso
,
e che finirà per uccidere brutalmente Salvatore,
l'amico non
ricco borghese, accusato ingiustamente
di tradimento.

Alla figura di Angelo possiamo contrapporre quella di
Cristina di Belgioioso, che rifiuta questa deriva e
ritiene
che andrebbero sollecitate le masse a partecipare,
dapprima
istruendole, per metterle in grado di decidere
consapevolmente.


Il terzo amico, Domenico, interpretato bene da Lo Cascio,

fa un po'da filo conduttore, potrebbe rappresentare lo sguardo
dello spettatore che osserva gli avvenimenti.
Domenico
paga di persona col carcere, poi ne esce, e poi
rimane molto deluso
da come sono andate le cose;
se il
film inizia con i Borbone che incendiano i campi e
uccidono i
contadini, finisce con il Piemonte vincitore
che spara sui
garibaldini.
Tra parentesi un ulteriore segno che sono le classi
povere a
rimetterci sempre si ha nella figura di Saverio,
figlio di
Salvatore, che muore combattendo in appoggio ai
garibaldini.

L'Unità d'Italia come occupazione?




Alice Munro











Non intendevo diventare una scrittrice di racconti
;
cominciai a scrivere racconti perché no
n avevo
tempo di scrivere nient'altro, avevo tre bambine
.

Munro è nata nel 1931 a Wingham, cittadina rurale
dell'Ontario
, vicino al lago Huron.
Durante la Depressione suo padre mandava avanti
una fattoria dove allevava volpi argentate.
La madre, che era stata insegnante, andava a vendere le
pellicce per aiutare la famiglia. La loro casa era ai margini
della cittadina.

"La mia vita conteneva una certa dose di pericolo,
vivevamo al di fuori di ogni struttura sociale,
in una specie di piccolo ghetto di contrabbandieri,
prostitute e scrocconi.Una comunità di fuoricasta.
Però era una vita in
teressante, provavo un grande
senso di avventura
".

La comunità che viveva nella cittadina e nella
regione circostante era molto tradizionale, mentre
Munro si sentiva una outsider.
Da bambina si era sentita diversa, ma molto felice
di esserlo.
Alla scuola superiore, con la pubertà, cominciò
a sentirsi infelice. Desiderò essere una ragazza
come tutte le altre, e attraente per i ragazzi.

Il proposito di scrivere si cristallizzò proprio
durante la pubertà. Scriveva per tutto il tempo
che le era possibile e questo le dava felicità e
fiducia in se stessa.
Aveva cominciato a dodici anni, buttando giù storie
avventurose
.
Passava molto tempo facendo sogni ad occhi aperti
incui vedeva se stessa in ruoli eroici.
Fu l'impulso ad imitare che le fornì la spinta per
cominciare a scrivere: Andersen, Bronte.

A quel punto due erano le scelte possibili nella sua
vita: matrimonio e maternità o la difficile vita dell'artista.
Nel 1949 s'iscrive all'Università del Western Ontario,
grazie ad una borsa di studio biennale.
Questo è l'unico periodo della sua vita in cui non deve
occuparsi di lavori di casa, e in cui non ha dovuto lottare
per trovare il tempo per scrivere.

Nel 1950 il suo primo racconto è pubblicato su una
rivista studentesca.
Dopo i primi due anni di università smette gli studi: non
ha i soldi per continuare.
Si sposa col suo primo marito, James Munro, che ha
conosciuto all'Università e si trasferisce con lui a
Vancouver
.

Comincia a pubblicare i primi racconti su riviste e
settimanali.
Nascono le sue tre figlie.

Nel 1963 si trasferisce con la famiglia a Victoria,
nella British Columbia e apre la libreria Munro's Books.

Nel 1968 viene pubblicata la sua prima raccolta di
racconti: Dance of the Happy Shades.
Una delle storie contenute in questa raccolta
La pace di Utrecht
è considerato da Munro un
punto di svolta
nella sua carriera.
In questa storia tratta un soggetto molto personale:
la malattia e la morte di sua madre. Sua madre
aveva contratto il morbo di Parkinson quando
lei aveva dodici anni.

Nel 1971 viene pubblicato il suo unico romanzo:
Lives of Girls and Women, costituito da storie
collegate tra loro.
Anche qui come nella raccolta precedente
storie di gente che lotta contro la povertà e l'isolamento.

Nel 1973 insegna scrittura creativa.
Nel 1974 pubblica Something I've Been Meaning
to Tell You,
una seconda raccolta di racconti.

Nel 1975 va a vivere a Clinton, Ontario, con
Gerry Fremlin, che sposerà nel 1976, dopo aver
divorziato dal primo marito.

Nello stesso anno i suoi racconti cominciano ad
apparire sul The New Yorker.
Nel 1978 pubblica la sua terza raccolta di
racconti: Who Do You Think You Are?

Seguiranno The Moons of Jupiter,
The Progress of Love, Friend of My Youth,
Open Secrets
, Selected Stories, una selezione
di ventotto racconti dalle sue sette raccolte,
The Love of A Good Woman.

Munro è considerata da alcuni la miglior
scrittrice canadese di racconti
, capace di
precisa osservazione sociale, intuito psicologico
penetrante, e un modo di esprimersi preciso.
Confessa che c'è un tipo di eccitamento, di tensione,
che prova solo scrivendo racconti.
Esplora le complessità umane ricreando
aneddoticamente la vita di tutti i giorni.

I soggetti della Munro?
I problemi di una ragazza adolescente in
rapporto alla famiglia e all'ambiente di una
piccola città; l'inizio e il termine dei matrimoni;
l'allevamento dei figli; i problemi del divorzio;
le preoccupazioni dell'età di mezzo; i problemi
delle donne sole; i problemi della vecchiaia;
insomma il passaggio del tempo e l'attraversamento
delle età della vita; ma anche la presa che il passato
esercita ancora sui personaggi.

Munro scrive essenzialmente di donne;
gli uomini sono parte delle loro vite, sono
l'altro che tradisce o fa violenza a volte semplicemente
per stolida incapacità.

Le donne di Munro non sono molto sentimentali
riguardo al matrimonio. Il divorzio non è tanto una
tragedia quanto una tappa dello sviluppo.
Ma sebbene Munro non sia interessata alle vite
degli uomini, non è una scrittrice femminista.

Scrive come una donna che ha dimenticato di
essere una donna, e in ciò differisce da altre
scrittrici tipo Doris Lessing o Toni Morrison.
Ma non dalla sua riconosciuta maestra
Flannery O'Connor, con cui condivide anche un
forte senso di identità regionale.

Altri grandi temi trattati nei primi libri della
Munro: la vergogna della povertà, i problemi di
una donna artista nel funzionare bene come artista
o come donna.
Munro ritorna spesso sul tema jamesiano dell'artista.
Nei suoi racconti l'artista è una donna in una piccola
città, una poetessa o una violinista, o una vecchia
insegnante di piano.
Dalle sue storie emerge una famiglia archetipica.
La madre, raffinata e particolare, conserva una
certa eleganza anche se la sua salute è in declino.
Ha molte zie e forse considera se stessa un po'
sopra alla famiglia del marito.
Il padre, rimane saldo e onesto nonostante le
privazioni; spesso è un cacciatore di volpi.

Parecchie storie si rifanno agli anni '60. Una
generazione che diventò adulta con un bagaglio
di norme, e che poi si trovò a vivere con un altro.

Una scrittrice autobiografica? Vedi come descrive
la ragazza in gamba che viene dal settore più
povero della città e che cerca di farsi strada nel
mondo con grinta.
Ma sarebbe sbagliato pensare ad un facile
autobiografismo.
Essere cresciuta in una cittadina di provincia
relativamente povera del sudovest dell'Ontario
durante il periodo della Depressione, aver
vissuto in quel luogo le ribellioni e l'idealismo
dell'adolescenza, la scoperta del sesso,
l'abbandono della casa d'origine, l'Università,
l'amore, il matrimonio, i figli, il divorzio, altre
complicate relazioni: tutto questo è entrato a
formare in vario modo i suoi scritti.

Il materiale su mia madre è il materiale centrale
della mia vita
.
"Vai sempre riesaminando il tuo atteggiamento
nei riguardi dei genitori, più diventi vecchio, più vai
alla ricerca di nuove cose su di loro.
"

Secondo molti commentatori l'interesse di
Munro per le piccole cittadine ricorda in parte
quello degli scrittori regionali del Sud rurale:
Faulkner o Flannery O' Connor.
Nelle piccole città, dice Munro, ognuno sta sulla
scena per gli altri; tu haiun ruolo, un carattere,
ma è quello che ti hanno dato gli altri.

Antonia Byatt è tra coloro che la paragonano a
Cecov, così come a Maupassant e a Flaubert.
Byatt nota che l'interesse di Munro è rivolto sia
al tessuto della normalità che al colpo di forbici
che lo taglia di netto.
Con la sua scrittura rigorosa e piena di fascino,
come Raymond Carver e Flannery O' Connor,
squarcia l'apparenza delle vite ordinarie, rivelandone
i risvolti straordinari e oscuri, col gesto rivelatore
che illumina un evento
(vedi Carver), e fa emergere
quella che appare come l'assurdità della vita.Il finale è sempre inatteso: nulla è come sembra
in superficie. Spesso dei segreti sono mantenuti per
anni; Munro deliberatamente confonde la linea tra
la durarealtà e i ricordi, spesso falsi, che permangono
di quella realtà.
La scrittura della Munro è come una macchina da
presa che gira intorno, registrando tutto ciò che
è importante, è una scrittura visiva.

Molte delle sue storie hanno a che fare con
l'autoinganno, le bugie che diciamo a noi stessi
su chi realmente siamo, ma anche con la nostra
incapacità di vedere le cose attraverso gli occhi
degli altri.

Interessante anche l'uso del tempo, con passaggi
improvvisi dal momento attuale al passato e
viceversa, per far emergere ciò che è nascosto
sotto la superficie.

Munro è molto letta e molto premiata. Secondo
qualcuno non è annoverata tra i grandi perché scrive
di donne, perché ambienta i suoi racconti in una
zona geografica, non molto attraente: il Canada
rurale del Midwest; perché scrive racconti e non
romanzi.

Tra i suoi maestri Munro include Tolstoi, Cecov,
Proust, James,
ma anche Erica Jong.
Vedi poi il discorso su Flannery O'Connor.

Il suo modo di lavorare
Ciò che mi piace fare con le mie
storie è lasciarmele alle spalle e dimenticarle;
mi assorbono completamente quando le sto
scrivendo; quando ho finito, sposto sulla
prossima la speranza che sia perfetta.







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