lunedì 20 agosto 2012

San Galgano




martedì 14 agosto 2012

ILVA: proteggere chi lavora


Davvero c'è qualcuno che non capisce cosa significherebbe tenere aperta l'ILVA senza una totale bonifica sia della fabbrica che del territorio?

Davvero c'è qualcuno che non capisce che si tornerebbe indietro all'800, a quando i lavoratori non avevano diritti, ed erano considerati fortunati solo per il fatto di avere un lavoro, anche se da schiavi.
A me sembra che, in parte, siamo già a quel punto: guardiamo ai precari, agli extracomunitari, o semplicemente ai giovani e non solo, pagati in nero.

Tenere aperta l'ILVA senza decontaminare, significherebbe stabilire in concreto che chi non è ricco e ha bisogno di lavorare, deve accettare tutte le condizioni dei padroni delle fabbriche, non avere più il diritto alla salute.

Nell'800 in Inghilterra Charles Dickens portò su tutti i giornali lo scandalo dei bambini che lavoravano nelle fabbriche più di dieci ore al giorno.
Chi difenderà oggi gli operai, dal momento che partiti di sinistra e sindacati sembrano in dismissione?
Chi difenderà gli operai dell'ILVA, dato che il padrone della fabbrica elargiva finanziamenti elettorali al Pdl di Berlusconi e al PD di Bersani?



festeggiano quote rosa con vignetta-porcata


Se potete, date un'occhiata alla pagina 2 di Left, una rivista venduta insieme all'Unità.
E' il numero dell'11 agosto 2012.

Veramente rivoltante: si festeggiano le quote rosa, con una vignetta offensiva per le donne al massimo grado. Non volevo credere che fosse di Sergio Staino.



lunedì 13 agosto 2012

Palestrina


by Gio



Cuba


Metto un link ad un interessante post di Nando dalla Chiesa, sul Fatto Quotidiano.

C' è il racconto di 2  ragazze che parlano di Cuba, dei suoi problemi che spingono i giovani ad emigrare, e delle sue cose positive: cibo, assistenza sanitaria, e scuola (compresa Università) gratuite per tutti (doveva essere così il comunismo, si diceva una volta).
Ma ecco il link:





domenica 12 agosto 2012

senza titolo




ancora sul caso ILVA


La nuova ordinanza del Gip sostiene che, nella cosiddetta zona calda dell'acciaieria, non si possa continuare a lavorare per produrre, ma vi si possa accedere solo per risanare.

Mi sembra una posizione rispettosa della legge, dell'ambiente, e della salute dei cittadini: l'ILVA e soprattutto la zona calda inquinano e causano tumori e malattie di cuore nei lavoratori e nei cittadini di Taranto.
Di conseguenza il Magistrato, nel rispetto della legge e del diritto alla salute dei cittadini, impone la chiusura della zona più inquinante, e che vi si possa accedere solo per risanare la zona stessa.

Risultato: una valanga sulla testa del Magistrato, da PD e Pdl, da Confindustria e, udite udite,  anche dai sindacati compresi Cgil e Fiom.
Sembra un analogo dell'attacco ai Magistrati della Procura di Palermo, sotto tiro perché nel rispetto della legge vogliono, come è loro dovere, scoprire la verità sulla trattativa Stato-mafia.

La posizione di Confindustria la capisco, anche se la considero immorale.
La posizione dei sindacati e del PD la trovo inaccettabile: la salute in cambio del lavoro.
Troppo difficile e faticoso trovare una soluzione alternativa, anche se questo è proprio il loro compito.

Si dirà: è la stessa posizione di molti lavoratori.
E' da piangere, i molti lavoratori che vogliono la riapertura lo fanno perché non sanno come dar da mangiare alle proprie famiglie, e sono disposti per questo a dare in cambio  malattia o morte per cancro quasi certa. Sentono di non avere alternative.

E' agghiacciante che la politica induca migliaia di lavoratori a pensare che non ci sia altra possibilità.
E' la solita storia dei ricchi sempre più ricchi, e delle  formichine al loro servizio.
E' il ritorno di Marx, si è detto.
La situazione di crisi economica mondiale estremizza questa situazione.
Ma passi che le formichine guadagnino a stento quanto serve per sopravvivere, però se gli operai debbono offrire addirittura la propria salute e vita, mi pare  che il gioco non valga più la candela. 






mercoledì 8 agosto 2012

Soratte




Il dramma dell'Ilva


 Napolitano ha dichiarato, qualche giorno fa, che fu lui stesso insieme al Pci, circa 50 anni fa, a insistere perché la fabbrica di acciaio, allora Italsider, nascesse (udite udite) nel bel mezzo della città di Taranto.
Allora, ha detto Napolitano, privilegiammo la possibilità di lavoro per gli operai (rispetto all'enorme inquinamento che ne sarebbe derivato). Oggi dice di essersi pentito di quella decisione.

Ieri la  Magistratura ha confermato il sequestro dell'Ilva, con facoltà di uso: per risanare.

Ma è possibile risanare?  E' possibile veramente risanare una fabbrica di quel tipo e di quella grandezza, in mezzo alla città?
La mia impressione, spero fortemente di sbagliarmi, è che la soluzione migliore sarebbe quella di abbattere la fabbrica e reimpiegare in altro modo gli operai.
Ma non avendo lo Stato soldi, temo fortemente che si ricorrerà a qualche operazione di facciata, qualche risanamento più di forma che di sostanza, come già fatto altre volte.
Se fosse così, continuerebbero a morire di cancro non solo gli operai, ma anche il resto della città, su cui si allargano i fumi emessi dalla fabbrica.
Un operaio coraggioso ha fatto pervenire ad una TV i filmati in cui viene mostrato che l'azienda, varie volte a settimana, sversa nelle fogne residui pericolosi.
Quindi nessuna moralità e nessuna intenzione di preservare l'ambiente.







domenica 5 agosto 2012

farfalle


by Susy



















by Susy






















sabato 4 agosto 2012

una papera



by Susy