lunedì 27 aprile 2015

la poesia del lunedì: Raymond Carver - La strada


 














Che nottata! I sogni o non vengono affatto
oppure si tratta di un sogno che forse forse
annuncia una perdita: La scorsa notte mi hanno abbandonato
senza una parola su una strada di campagna.
In una casa laggiù sulle colline c'era una luce
non più grande di una stella.
Ma avevo paura di andarci e ho continuato a camminare.

Poi mi sono risvegliato al rumore della pioggia sui vetri.
Vicino alla finestra un vaso di fiori.
L'odore del caffè e tu che ti tocchi i capelli
con il gesto di chi non c'è più da anni.
Ma c'è un pezzo di pane sotto al tavolo
accanto ai tuoi piedi. E una fila di formiche
va avanti e indietro da una fessura nel pavimento.
Non sorridi più.

Fammi un favore stamattina. Chiudi le tende e torna a letto.
Lascia perdere il caffè. Faremo finta
di essere in un paese straniero, innamorati.

da: Racconti in forma...



Raymond Carver
americano 1938-1988, poeta, narratore e saggista.

Di cosa parla Carver nei racconti e nelle sue poesie?
Delle situazioni di non amore in cui l'uomo si trova compresso,
del sentirsi spaesati nella vita, della paura della morte.


Le poesie di Carver sono racconti in forma di poesia.
Le sue poesie restituiscono emozioni, tratteggiando
piccole situazioni, come i suoi racconti.

L'emozione è espressa con sentimento ma non
sentimentalismo.


Usa il verso libero. La sua parola è densamente espressiva,
ma colloquiale. Correggendo i critici, si definiva precisionista, non minimalista.


Tre sono le raccolte di sue poesie:

Raymond Carver, Racconti in forma di poesia (1984)
                        Minimum Fax Roma

      "         "       Blu oltremare (1986) Pironti Napoli
      "         "       Il nuovo sentiero per la cascata (1989)
                        Minimum Fax Roma.





domenica 26 aprile 2015

Casperia






mercoledì 22 aprile 2015

lunedì 20 aprile 2015

la poesia del lunedì: Tina Saccomanno - poesie per una cosa che ho in casa



senza titolo


 Una cosa che ho in casa sei tu,
amore mio.

perché non potrei scrivere una poesia
per te, amore mio?
forse perché non sei una cosa?

ti offende il paragone 
con una poltrona?

hai ragione tu, amore mio,
la poesia è sbagliata,

la poltrona è una cosa
che è in casa,

tu sei un mobile da ufficio.
                          






lunedì 13 aprile 2015

La poesia del lunedì

  
 

















Stavolta vi propongo una poesia di Louise Labé (1524 - 1566), nota come "la belle cordière" per il mestiere del padre o del marito.
Osò scrivere sonetti in cui intrecciava amore idealizzato e modi di accesa sensualità.

Ve la propongo nella lingua originale, il francese,
e poi in una mia traduzione:


Baise m'encore, rebaise-moi et baise:
Donne m'en un de tes plus savoureux,
Donne m'en un de tes plus amoureux:
Je t'en rendrai quatre plus chauds que braise.

Las, te plains-tu?  ça que ce mal j'apaise,
En t'en donnant dix autres doucereux.
Ainsi mêlant nos baisers tant heureux
Jouissons-nous l'un de l'autre à notre aise.

Lors double vie à chacun en suivra.
Chacun en soi et son ami vivra.
Permets m'Amour penser quelque folie:

Toujour suis mal, vivant discrètement,
Et ne me puis donner contentement,
Si hors de moi ne fais quelque aillie.

****

Baciami ancora, baciami e di nuovo baciami:
dammene uno dei tuoi più saporiti,
dammene uno dei tuoi più amorosi:
te ne rendero quattro più caldi della brace.

Ma che, ti lagni? Acqueterò il tuo male,
col dartene altri dieci dei più dolci.
Così scmbiandoci baci così allegri
godremo l'un dell'altro a piacer nostro.

E a ciascuno vita doppia ne verrà.
Ognuno in sé e nell'amato vivrà.
Lascia Amore ch'io pensi qualche follia:

Sempre sto male, vivendo chiusa in me,
e non posso trovare appagamento,
se fuor di me slanciarmi io non posso.
                
                      (traduzione di tinas48)





sabato 11 aprile 2015

nella foresta






giovedì 9 aprile 2015

Il G8 di Genova


Abbiamo visto tutti le immagini dei ragazzi, e anche di alcuni anziani, che avevano partecipato al G8 di Genova.

Quella famosa notte erano ospiti di una struttura messa a disposizione dalle autorità locali. 
E invece in quella struttura entrarono poliziotti e anche qualche medico, che per svariate ore  picchiarono, ruppero costole, terrorizzarono, umiliarono, persone che erano entrate là per dormire.

Abbiamo pensato tutti che questi "servitori dello Stato" non entrarono in quel luogo per una decisione personale, ma furono usati per questo servizio.
Non possono esserci giustificazioni ne' per chi ha eseguito il comando, ne' per chi lo ha dato.

La missione di politici e membri della polizia è quella di difendere i cittadini, o sbaglio?

Sui motivi per cui i politici in carica in quei giorni dettero quell'ordine, si è molto discusso: dare un segnale di presunta forza.
Piuttosto parlerei di allergia alla democrazia.


Ieri Luigi Manconi, commentando il fatto che in Italia non sia stato ancora introdotto il reato di tortura, che avrebbe permesso la punizione dei colpevoli, e che per questo abbiamo dovuto subire il richiamo dell'Unione europea, ha parlato di un timore della polizia da parte della politica.

Da un lato immaginiamo che la polizia non possa facilmente accettare punizioni, per aver eseguito ordini sporchi dettati dai politici.
Dall'altro immaginiamo i timori dei politici per le possibili reazioni della polizia. Anche a fronte di tutte le notizie sulla politica corrotta.

Forse è per questi stessi timori che sembra tanto difficile affrontare il problema delle denunce riguardanti le violenze esercitate dalle guardie carcerarie, vedi il
caso emblematico di Stefano Cucchi.
Penso che sia i detenuti che le guardie carcerarie, dato lo stato delle nostre carceri, siano "in galera". 

Lasciando da parte le riflessioni sulle alternative possibili alla carcerazione, bisognerebbe offrire ai detenuti la possibilità di lavorare in carcere, e poi di essere aiutati a trovar lavoro fuori. 
Dove ciò si verifica, è molto difficile che l'ex-detenuto torni a delinquere.
Ma per far ciò bisogna offrire maggiore dignità nel lavoro anche alle guardie carcerarie.

Invece, i poliziotti che lavorano nei luoghi di detenzione sono considerati di grado inferiore rispetto ai colleghi che operano al di fuori, e non capisco proprio perché.

Penso che garantire la legalità farebbe bene a tutti: ai politici che potrebbero riacquistare credibilità, alle forze dell'ordine, che tornerebbero ad essere considerate presidio dei cittadini. 
Per questo ritengo sia urgente inserire il reato di tortura nel nostro ordinamento, così come il numero identificativo sui caschi delle forze dell'ordine.
Queste misure potrebbe avere solo effetti positivi, per i politici e per i poliziotti onesti.

 






domenica 5 aprile 2015

sabato 4 aprile 2015

un altro dolce per Pasqua: il babà


Ebbene sì, ho deciso di preparare un altro dolcetto per domenica: il babà.

Ingredienti:
- 600 grammi di farina 00
-160 grammi di burro
- 140 grammi di zucchero
-una bustina di lievito di birra disidratato
-scorza grattugiata di limone
- latte quanto basta
- 8 uova


Procedimento
Riscaldare appena appena un coccetto di latte, sciogliervi il lievito di birra disidratato, aggiungendovi anche un cucchiaio di miele, girare, aspettare finché il lievito monti (circa 15-20 minuti).
Aggiungere il latte col lievito così preparato alla farina.
Lavorare bene unendo il burro ammorbidito e tagliato a pezzetti, lo zucchero, la buccia grattugiata di limone e, una alla volta (mi raccomando), le uova.
Lavorare energicamente e a lungo per ottenere un impasto molto morbido ed omogeneo.
Volendo, si può aggiungere anche un po' di brandy.
Coprire e far lievitare alcune ore, finché l'impasto sarà raddoppiato di volume.
Versare in uno stampo imburrato col foro centrale, riempire fino a 3\4 della capacità, e lasciar di nuovo lievitare finché l'impasto avrà raggiunto il bordo dello stampo.
Cuocere in forno a 180° per circa 20 minuti\30 minuti.

Usare il babà come ottimo ciambellone, oppure prepararlo al rum, imbevendo più volte il ciambellone con uno sciroppo così preparato:
- 200 grammi di zucchero
- buccia d'arancia o di limone
- 1\4 di litro di rum.

Volendo esagerare, si può decorare al centro con panna montata e ciliegine o fragole.

Metto il link ad una altro dolce pasquale, un po' più macchinoso nella preparazione: la pastiera.
Buone feste! 
un dolce per pasqua la pastiera




venerdì 3 aprile 2015

giovedì 2 aprile 2015

un dolcetto per Pasqua - le mandorle con lo zucchero















Sì, lo so, non bisogna mangiare zuccheri, che poi si trasformano in grassi e aumenta il colesterolo...
Tutto giusto, ma durante le feste qualche sfizietto me lo concedo.
Vuol dire che quest'anno ne preparerò di meno, sperando che gli ospiti me ne lascino poche.


 Ingredienti per preparare le mandorle con lo zucchero:
- 300 grammi di mandorle (o nocciole o un misto di tutte e due) già sbucciate
- 300 grammi di zucchero
- pochissima acqua

Procedimento:
 versare  in una padella d'acciaio lo zucchero, le mandorle, e qualche cucchiaio di acqua, quanta ne basta per far sciogliere appena lo zucchero.
Girare continuamente le mandorle nello zucchero, finché si sarà rappreso completamente intorno ad esse.
Ungere con un po' d'olio una lastra di marmo e versare le mandorle su di essa sparpagliandole.
Aspettare che si raffreddino.

NOTA BENE: se mettete un po' più d'acqua o usate  una padella a triplo fondo, le mandorle verranno tipo croccante; se preferite vedere lo zucchero intorno alle mandorle, tipo concrezioni di ghiaccio, allora fate nell'altro modo.
In entrambi i casi, viva la dolcezza.























mercoledì 1 aprile 2015

L'amore è una decisione?


Qualche settimana fa, su un giornale on line, ho letto questa notizia:
uno psicologo, che aveva in cura una coppia in difficoltà, ha spiegato al bambino loro figlio che l'amore non esiste, è il frutto di una decisione.

Li' per li' sono rimasta perplessa ma poi, riflettendo, la cosa non mi è sembrata più tanto assurda.
Per me la frase dello psicologo ha un senso solo se voleva dire che l'amore si basa su un'attrazione reciproca.
E che, tuttavia, buona parte di questa attrazione spontanea è destinata prima o poi a scemare. 

E' a questo punto  che interviene la decisione: se non è stata solo un'attrazione fisica, o altri fattori poco longevi ad aver tenuto insieme la coppia, saranno altri aspetti, che potremmo definire più mentali (anche se non privi di emotività), a fare la differenza.
Parlo di condivisione, e cioè di propositi comuni e di modi analoghi di vedere il mondo e la vita. 
Voi che ne pensate?





Parigi Notre Dame, suggestioni

Susy