giovedì 29 ottobre 2015

mercoledì 28 ottobre 2015

di notte







martedì 27 ottobre 2015

Racconto - Ho detto ai miei che andavo a giocare a tennis con le amiche


Mai posseduta una racchetta in vita mia.

Ho preso un taxi per arrivare in aeroporto. Ho rischiato
di perdere il volo.
Poi ho preso un treno che mi ha portata in Svizzera.
Almeno così mi hanno detto. Infine sono riuscita a salire
sul treno per Parigi.
Ho conosciuto un tizio, un inglese giramondo, che mi ha
preso sotto la sua ala protettrice. Gli ho chiesto dove 
avrei potuto alloggiare senza spendere molto e mi ha
consigliato un ostello per studenti.

Una volta sbarcata, faccio fatica ad orientarmi. C'è un 
traffico bestiale, non riesco quasi ad attraversare.
Se non l'avete ancora capito, sono scappata da casa.
Ho quasi diciannove anni, ma al tempo in cui vivo, a
quest'età si è considerati minorenni.

Ho capito da subito la grandissima cazzata che ho fatto.
E invio una maledizione alle tre amiche con cui sarei 
dovuta scappare.

All'inizio volevamo andare in Inghilterra. Sapete, i Beatles.
Gli scarafaggi erano i nostri idoli e per un po' abbiamo 
pensato di mettere su una band anche noi. Ma solo una
di noi sapeva suonare, per giunta il piano. Così abbiamo
deciso di ripiegare su Parigi.


Ho usato i soldini ricevuti in regalo per la maturità per 
organizzare la fuga. 
Che stronzata, ora dovrò arrabattarmi per sopravvivere, 
con che faccia potrei tornare indietro?
Quanto le odio quelle tre amiche. Sono partita da sola 
perché, dopo tutto quel parlare di vita libera, mi sarei 
sentita in colpa se non lo avessi fatto.

Amica Paola:
Giulia è partita. Che bello, almeno lei realizzerà il nostro
sogno! Chissà quante avventure...
Spero che ci mandi una lettera al più presto per raccontarci
tutto. Lei sì che ne vivrà delle belle.

Amica Franca:
Giulia è partita. Ma, non so se ha fatto bene. La sera prima
mi sono venuti i brividi a mettermi nei suoi panni. Sì vabbè
tutti quei progetti in comune, ma uno può anche
permettersi di sognare un po', no?


Amica Laura: 
Giulia è partita. Oggi vado ad iscrivermi all'Università. E'
stato difficile scegliere la Facoltà.


 



suggestioni







Lettera di una professoressa a Renzi


Sono onorata di pubblicare sul mio blog la lettera
della professoressa Antonella Currò al Premier  Renzi
.
Ne condivido in  pieno i contenuti.
L'insegnamento è il mestiere più bello e difficile di tutti.
E' quello che contribuisce a rendere persone ragionanti
gli allievi.
Ma le persone ragionanti sono avvertite come
pericolose dalla politica.
Pensano con la propria testa, discutono, analizzano.
E quindi possono mettere in dubbio quello che la
politica vuol farci digerire anche quando non è
nell'interesse dei cittadini.
Sarà per questo che, a partire dal '68, io come molti altri
abbiamo notato un attacco sistematico alla Scuola, agli
insegnanti.

"Grazie Renzi, grazie davvero!
Quando ho visto l’accredito dei 500 euro mi sono quasi commossa.
Grazie per aver pensato a me come ad una povera derelitta 
bisognosa di un obolo per potersi comprare un libro o un 
biglietto per il teatro…..grazie per avermi dato l’opportunità 
di potermi formare e acculturare tendendomi una mano 
per sollevarmi da quell’abbrutimento in cui ho vegetato
finora, grazie soprattutto per la munifica benevolenza
con cui hai perdonato i tuoi ingrati figli che ti hanno
attaccato, osteggiato, deriso e solo oggi hanno
capito quanto sono stati ingiusti con te e,
cospargendosi il capo di cenere, sono tornati
umilmente all’ovile ammettendo che poi, 
in fondo in fondo, questa buona scuola
non è poi così male!

Ci stai trattando come scolaretti somari da mandare a ripetizione…
credi forse che in questi 20 anni di insegnamento io sia 
rimasta a crogiolarmi nell’attesa di un benefattore che 
mi pagasse un corso di aggiornamento o un libro?
I libri, i corsi, la cultura in genere sono il mio pane 
quotidiano, io sono un’insegnante, il mio è un lavoro 
intellettuale e non ho bisogno della tua paghetta per 
comprarmi un libro, l’ho fatto prima di te e nonostante 
quelli prima di te e non sarai certo tu, offrendomi uno 
o due corsi (non di più visti i costi), a rendermi migliore, 
non puoi arrivare come un deus ex machina e prenderti 
il merito dei sacrifici che da anni tutti noi docenti facciamo 
per difendere la nostra professionalità dai beceri attacchi 
di una politica ottusa e incompetente!

Non basterà questa meschina manovra elettorale per 
lavarti la coscienza e per cancellare il male che tu e 
i tuoi compari avete fatto alla scuola italiana…un 
mendicante non smette di essere tale quando gli 
viene offerto un piatto di minestra, io non mi sento 
gratificata né valorizzata dalla tua carità, io mi sento 
solo ulteriormente umiliata, derisa, oltraggiata da chi 
crede di comprarci con trenta denari, da chi ci ha ridotto 
in questo stato ai limiti dell’indigenza e ora ci tende la 
stessa mano che prima ci ha frugato nelle tasche!

Io non voglio la tua elemosina, io voglio, anzi pretendo
 solo ciò che mi spetta di diritto: gli arretrati di sei anni 
di contratto bloccato, gli scatti di anzianità negati, i 
compensi, le indennità, i rimborsi che ci sono stati tolti, 
la rispettabilità e il decoro sgretolati da un aziendalismo 
ignobile, la posizione sociale che il nostro lavoro merita.
Ti sembra che il totale di tutto questo faccia 500 euro?
La cultura non si mangia e un mutuo non si paga con i
libri, chiedi a quelli che hai sbattuto a migliaia di
chilometri dacasa come impiegheranno i tuoi 500 euro.
Pensi che andare a teatro o al museo possa risolvere 
i loro problemi di vitto, alloggio, spostamenti e 
organizzazione familiare?

Perché fra gli impieghi possibili della donazione non 
ci hai messo anche il casco per proteggerci dai 
calcinacci, la carta per le fotocopie, la benzina e 
le gomme della macchina o i pranzi fuori casa?
Non ci hai concesso nemmeno la dignitosa opzione 
di rinvio al mittente…..dovrò spenderli come vuoi tu 
ma io mi riservo almeno la libertà di prendermi una 
piccola soddisfazione: non arricchirò le agenzie 
formative pronte a piombarci addosso come avvoltoi, 
continuerò a formarmi come ho fatto finora perché 
me lo impone la mia professionalità e non tu, non 
comprerò il portatile come alcuni ds stanno già 
suggerendo al fine di usarlo per il registro elettronico 
(quello devi darmelo tu), non farò collette per comprare 
una LIM (quella devi darmela tu), né testi o strumenti 
utili al mio lavoro in classe (quelli devi darmeli tu) forse 
un po’ di teatro, cinema e musei come simbolico e 
terapeutico risarcimento dell’usura psico-fisica a cui 
quotidianamente mi sottopone un lavoro svilito, 
sottopagato, sottostimato svolto in ambienti 
insalubri, decadenti e privi di tutto tranne che 
di squallore.

Autoesaltandoti come sempre hai pubblicato sul 
tuo profilo facebook forse l’unica lettera adulatoria e 
colma di ingenua gratitudine che hai trovato fra le 
migliaia che ho letto in giro….come si fa a credere che 
dietro il tuo nobile gesto ci sia un reale interesse per 
la scuola e non l’ennesima squallida, sfacciata manovra 
propagandistica atta a coprire di fumo la triste e 
prosaica realtà di anni di vuote promesse, tagli 
indiscriminati e ingiustizie senza ritegno?

Grazie Renzi, apprezzo il pensiero, ma crederò ai 
tuoi proclami solo quando entrerò in una scuola 
attrezzata e dignitosa, dove ogni alunno potrà 
avere lo spazio vitale, l’attenzione e le cure che 
merita, dove ogni disabile avrà un insegnante che 
lo segue a tempo pieno e tutti gli aiuti e strumenti 
necessari, dove potrò svolgere serenamente il mio 
lavoro in un clima cooperativo e stimolante, dove il 
lavoro di ognuno sarà incentivato e valorizzato e il 
dirigente sarà al nostro fianco per il bene comune….

Non ci hai ancora comprati sai, temo che non te 
la caverai con i tuoi trenta denari, ciò che dovete 
ancora rendere alla scuola è molto, molto di più."

Antonella Currò 



domenica 25 ottobre 2015

giovedì 22 ottobre 2015

Corchiano















La poesia del lunedì - Bukowski: Primo amore















un tempo
quando avevo 16 anni
c'era solo qualche scrittore
a darmi speranza
e conforto. 
a mio padre non piacevano
i libri e
a mia madre neppure
(perché non piacevano al babbo)
specie i libri che prendevo io
in biblioteca:
D.H. Lawrence 
Dostoevskij
Turgenev
Gorkij
A. Huxley
Sinclair Lewis
e altri.
avevo la mia camera da letto
ma alle 8 di sera
bisognava filare tutti a nanna:
"il mattino ha l'oro in bocca,"
diceva mio padre.
poi gridava:
"LUCI SPENTE!".
allora mettevo la lampada
sotto le coperte
e continuavo a leggere
sotto la luce calda e nascosta:
Ibsen
Shakespeare
Cechov
Jeffers
Thurber
Conrad Aiken
e altri.
mi offrivano una opportunità e qualche speranza
in un posto senza opportunità
speranza,
sentimento.
me la guadagnavo.
faceva caldo sotto le coperte.
qualche volta fumavano le lenzuola
allora spegnevo la lampada, 
la tenevo fuori per
raffreddarla.
senza quei libri
non sono del tutto sicuro
di cosa sarei diventato:
delirante;
parricida;
idiota;
buonannulla.
quando mio padre gridava
"LUCI SPENTE!"
son sicuro che lo terrorizzava
la parola ben tornita
e immortalata
una volta per tutte
nelle pagine migliori
della nostra più bella
letteratura.
ed essa era lì
per me
vicina a me
sotto le coperte
più donna di una donna
più uomo di un uomo.
era tutta per me
e io 
la presi.



lunedì 19 ottobre 2015

Quali sono le noci buone ?


Queste noci sono belle.


















Queste invece no


















Però il loro guscio non è stato trattato con varechina.
Per questo appaiono scure e brutte. Ma non 
presentano il rischio che un po' di varechina sia 
penetrata all'interno.
Che ne dite, quali dovremmo mangiare?

P:S: Preferirei che anche la buccia di mele e arance non 
venisse trattata con cere e affini. Certo non si 
presenterebbero più tanto lucide...
Vogliamo frutti sani o esteticamente più presentabili? Io non avrei dubbi.



domenica 18 ottobre 2015

sabato 17 ottobre 2015

domenica 11 ottobre 2015

sabato 10 ottobre 2015

Narni, suggestioni