domenica 9 dicembre 2012

Laicità e Religioni

Su Repubblica 2 giorni fa sono uscite alcune dichiarazioni del cardinale Angelo Scola in occasione della festività di Sant'Ambrogio, a Milano.
Ricordiamo che a Milano governa il sindaco Pisapia che ha istituito il Registro delle coppie di fatto e si appresta ad aprire quello sul diritto a scegliere autonomamente la propria morte.

Pisapia ha ospitato a Milano qualche tempo fa il papa con grande rispetto, ribadendo però l'autonomia della Politica dalle Religioni.

Probabilmente preoccupato anche per questo, il cardinale Scola ha pronunciato alcune frasi che rispondono, a mio parere, ad una logica pretestuosa.

Che cosa ha detto il cardinale?

Ha detto che lo Stato laico minaccia la libertà religiosa.
Ora, dobbiamo ricordare che lo Stato laico è quello che si assume il compito di proteggere tutte le credenze religiose, così come di rispettare gli atei.

Ma forse è proprio questo il problema per il cardinale, che infatti asserisce che la neutralità dello Stato laico rivela una visione del mondo senza Dio.
Da queste parole del porporato nasce un problema di libertà.  Asserire che lo Stato laico permette/rivela anche una visione del mondo senza Dio, significa che per Scola questo non dovrebbe essere, e cioè che lo Stato dovrebbe imporre ai cittadini una religione.

Ma quale religione? Una di libera scelta? No.
Il cardinale fa esplicito riferimento all'Editto di Costantino con cui l'Imperatore sancì l'alleanza tra potere dello Stato e Cristianesimo (oggi parleremmo di Chiesa cattolica).

Peccato che, come ricorda il teologo Vito Mancuso, l'Editto di Costantino non sancì affatto la nascita della libertà religiosa, ma solo il diritto  di aderire al Cristianesimo, praticamente diventato religione di Stato. Ricordiamo inoltre, dice ancora Mancuso, che la libertà religiosa fu un frutto della laicità illuminista.






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