venerdì 29 novembre 2013

Changeling


Qualche sera fa, su una tv privata, ho visto Changeling, un film di Clint Eastwood del 2008.

Penso che Eastwood sia tanto stupido quando si esprime in politica, presentandosi come un elettore di destra, quanto intelligente quando dirige un film.
Ricordate durante la seconda campagna elettorale di Obama, quando si sedette accanto ad una sedia vuota, dicendo  che sia quando era occupata da Obama che quando rimaneva senza occupante, era la stessa cosa?

E' curioso che i film di Eastwood (per fortuna) non rappresentino affatto l'ideologia che lui afferma di seguire.
Peccato che lui non lo sappia.

Ricordo i film western di Sergio Leone che Eastwood ha contribuito a rendere dei successi, creando l'icona di una specie di cavaliere errante del West con poncho, cappello e sigaro.
Sergio Leone non aveva affatto capito il suo potenziale quando affermava che aveva solo 2 espressioni: con e senza sigaro.
Ho scoperto casualmente che sa anche suonare il pianoforte, anzi è un appassionato di musica, cosa che mi induce ad apprezzarlo ancora di più.

Ma torniamo a Changeling. Non volevo vederlo, data la trama, e anche perché pensavo fosse una furbata cinematografica, dato che la protagonista del film era Angelina Jolie.

La trama è questa: una madre nubile nella Los Angeles del 1928, l'era del proibizionismo, si trova ad affrontare la scomparsa improvvisa del suo bambino di circa 6 anni.
Naturalmente si rivolge alla polizia, che dopo alterne vicende le riconsegna il figlio.
Peccato che non sia veramente suo figlio, ma un altro bambino che è stato convinto a raccontare di esserlo, in modo che la corrotta polizia di Los Angeles possa esibire un successo di fronte alla popolazione.
La madre insiste: non è mio figlio. Non lo riconosce, una mamma sa riconoscere suo figlio, inoltre è più basso ed è circonciso. Non è lui insomma.
Ma la polizia non può accettare di fare una brutta figura, quindi la rinchiude in un manicomio dove viene imbottita di farmaci e rischia l'elettroshock.
Tra l'altro la donna scopre che in manicomio sono rinchiuse molte altre donne che non soffrono di problemi psichiatrici, ma che davano in qualche modo fastidio alla polizia.

Alla fine la donna riuscirà ad uscire dal manicomio grazie all'aiuto di un reverendo, interpretato dall'ottimo John Malkovich, che le procurerà l'aiuto di un avvocato che porterà in giudizio e sconfiggerà i poliziotti e il prefetto coinvolti nel caso.

In seguito si scoprirà che suo figlio ed altri 20 bambini sono stati catturati da un pedofilo, ma lei non saprà mai se il suo bambino sia stato ucciso o sia riuscito in qualche modo a fuggire.

La regia del film mi è piaciuta molto, senza contorcimenti intellettuali, molto chiara e diretta, e pur tuttavia priva di sentimentalismo.
Sono rimasta sorpresa piacevolmente anche dalla recitazione asciutta della Jolie.

E' tuttavia molto coinvolgente la parte del film che riguarda il ricovero forzato della donna in manicomio e gli indegni trattamenti "sanitari".
Tra parentesi, oggi siamo alla fine del 2013, il ricorso all'elettroshock è stato finalmente vietato, eppure so per certo che in alcuni centri venga ancora praticato.
Del resto esistono gli indegni Ospedali dove vengono rinchiuse persone sottoposte al TOS.






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