domenica 21 dicembre 2014

una legge sull'eutanasia


Qualche giorno fa è morta Virna Lisi.
La notizia della sua scomparsa mi ha fatto venire in mente un pensiero: e se capitasse anche a me di essere colpita da una malattia incurabile, ma non avessi la stessa "fortuna" di morire nel sonno, cosa farei?

Mi sono detta che la cosa più accettabile, per me, sarebbe di poter avere  una buona legge sull'eutanasia.
Una buona legge che non permetta abusi, ma che accompagni con gentilezza all'ultimo passo un anziano o un giovane, che giudichi di non avere più aspettative accettabili di vita.
Che la persona in questione possa scegliere il momento, circondata dalle persone care o dagli amici, e che un medico compassionevole gli somministri il farmaco che lo aiuti ad addormentarsi, per l'ultima volta.


Naturalmente spero di vivere più a lungo possibile.
E' chiaro che invecchiando si incorre in problemi sanitari di varia natura; ma se questi problemi per la loro gravità dovessero impedire una vita "accettabile", penso ad un cancro terminale (esperienza devastante e portatrice spesso  di dolori intollerabili) o ad una malattia altamente invalidante (penso a Piergiorgio Welby), ebbene in questi casi penso che ognuno di noi abbia il diritto di fare la sua scelta.


E la scelta è tra due opzioni possibili:
- decidere di continuare a vivere, e in questo caso lo Stato ha il dovere di assicurare alle persone un'adeguata assistenza medica, in modo da liberarle perlomeno dal dolore attraverso  farmaci idonei allo scopo
- decidere di morire, e in questo  caso lo Stato ha il dovere di provare ad assicurare alle persone un trapasso il meno possibile traumatico attraverso l'eutanasia.


Penso che in Italia una legge sull'eutanasia non ci sia  perché l'Italia è sede del Vaticano, e il Governo non vuole inimicarsi i vertici della Chiesa cattolica, perché ci sarebbero ripercussioni politiche.
Ma in questo modo lo Stato laico non rispetta i suoi cittadini, e impone anche ai non cattolici le regole della religione cattolica (secondo la quale la vita ci è donata da Dio e solo lui può deciderne il termine). 

La decisione è per certi versi più complessa quando non ci si trovi di fronte ad una malattia incurabile, ma ugualmente non si desideri continuare a vivere.
Riguardo a questo, se volete, potete leggere un precedente post:

diritto di vivere diritto di morire


In questo caso, quello che proprio non riuscivo ad accettare, era il fatto che le cliniche svizzere della morte guadagnassero sui problemi esistenziali delle persone.
Riguardo alla scelta di Lucio Magri di voler morire, dopo la perdita della persona amata, e il fallimento dell'impegno politico di una vita, tendo a pensare che ognuno dovrebbe essere libero di decidere anche in questo caso. 
Ma mi sembra terribile che non si possa fare molto per aiutare.
 



Nessun commento :

Posta un commento