venerdì 27 novembre 2015

Ho detto ai miei che andavo a giocare a tennis con le amiche (seconda puntata)




Poi ci sono arrivata all’Ostello, della Gioventù.
Da fuori niente male. Le camere invece sembrano stanzoni d’Ospedale, con i panni appesi qua e là.
Bagno in comune, s’intende.


Mi adatterò, non mi pesa. E’ come se non fossi io, come se fossi in una fiction (direste oggi).


L’inglese, il tizio incontrato sul treno, mi aveva detto che non c’erano problemi. Invece alla reception, chiamiamola così, dell’Ostello, mi dicono che non potrò restare più di tre giorni. Una mazzata.


Per fortuna la sera ti passano una specie di cena.  Mi costringo a mangiare qualcosa.
A cena si riunisce un bel po’ di gente che dorme qui, e così ho modo di conoscerli.
Quasi tutti maschi. Per lo più del Nord quelli italiani, dai 17/18 ai 35 anni.



Luca:
E’ una nuova, questa Giulia, non l’avevo mai vista. E’ carina, ma mi pare un po’ strana. E poi non mi piacciono le parolacce in bocca a una ragazza.


Franco:
Questa è tutta matta. Voleva essere libera, e perciò è scappata di casa, da sola, praticamente senza un soldo in tasca.


Vincenzo:
Ci ho parlato. Che vi devo dire? E’ un tipo interessante, anche se mi lascia un po’ stranito.
Da un lato fa l’elenco di tutte le cose che vorrebbe fare nella vita, ma dall’altro ti rendi conto che non ha la minima esperienza. Ma pare che non se ne renda conto o che non gliene freghi niente.
Non so se mi fa più tenerezza o più incazzare.



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