venerdì 1 luglio 2016

Tornare in analisi? - Raccontini...


TORNARE IN ANALISI ?

Una zona di Roma molto verde e un po' chic, tipo i Parioli.
Un quartiere residenziale fatto di palazzine basse, tutte col loro giardinetto condominiale.
Sento già un po' di soggezione, invidia e rabbia per questa terapeuta che ancora non conosco; vengo a chiedere aiuto.
Un portiere mi ferma, spiego che vado dalla dottoressa tal dei tali. Un po' scorbutico mi comunica il piano e il numero dell'interno.
La piccola inquisizione subito aumenta il mio malumore. Mi chiedo se ho fatto bene a venire. 
Serve a qualcosa l'analisi?
Cosa gliene potrà fregare all'analista, perché dovrebbe darsi tanta pena per entrare nelle mie difese e convincermi a collaborare?
Ne ho già fregati tre.

Suono, scalpiccio tranquillo di passi, mi apre una segretaria che mi conduce in sala d'aspetto e mi prega di attendere. La dottoressa mi riceverà tra pochi minuti, appena avrà finito con un altro paziente.
Sono incerta se sedermi. Giro un po' per la stanza. E' luminosa, tende chiare alle finestre, poltrone, piante ben curate.
Mi affaccio alla porta finestra, anzi esco sul balconcino che dà su un giardinetto, annuso un piacevole odore di muschio.
Sento chiamare alle mie spalle, mi volto e la segretaria mi chiede di seguirla.
La stanza è un po' in ombra, la dottoressa si alza per ricevermi, mi porge la mano e mi invita ad accomodarmi di fronte a lei, all'altro capo della scrivania.

Comincia a piovere, immagino le gocce che cadono a rinfrescare il verde giardinetto.
La immaginavo più alta. Mi chiedo quanti anni abbia. Non so perché, vorrei che ne avesse sessantacinque.

Sono in silenzio, non voglio cominciare subito a travestirmi con subdole parole menzognere.
Mi colpisce inaspettato il pensiero che sarebbe un altro modo di nascondersi.
Comincio ad elucubrare. E' tutto inutile, mi dico, non riuscirò ad essere sincera.
Le sue parole arrivano a fermarmi. "Perché è venuta qui, cosa si aspetta?"
Provo l'impulso di scappare. Mi aggrappo quasi ai braccioli della poltrona. Poi penso che la poltrona è molto comoda e ho voglia di riposare.
Le parole mi vengono da sole: - odio tutti, non sto bene con me stessa, sono una fallita, mi annoio, ho sprecato la mia vita e non so cosa fare, e fare qualcosa è faticoso -

"Mi parli di questa fatica" 






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