giovedì 26 aprile 2018

Chi ha il diritto di decidere se un cittadino deve vivere o morire?


Alfie è il il bambino inglese di cui tutti parlano in questo momento; un bambino con una patologia cerebrale degenerativa, sembra.
Era attaccato alla macchina per respirare. Hanno deciso di staccarlo dalla macchina, affermando che non sarebbe potuto sopravvivere. Ma il bambino è ancora vivo e respira autonomamente.

Pensando che sarebbe morto in 5 minuti, per ore non lo hanno alimentato. Solo per le grandi insistenze del padre, che parlando con i medici accusava l'Ospedale di tentato omicidio, gli hanno fornito di nuovo acqua e ossigeno.


Attualmente i magistrati inglesi hanno proibito ai genitori di portarlo in Italia al Bambin Gesù, che si era offerto di assisterlo, rifare una diagnosi, e vedere se si possono tentare altre cure.
Per rendere possibile portarlo in Italia, il governo italiano gli ha concesso la cittadinanza italiana e gli ha messo a disposizione un aereo fornito di tutto il macchinario sanitario necessario.
Il papà insiste che il bambino è prigioniero dell'Ospedale, se ho letto bene si è opposto alla somministrazione al bimbo di un farmaco mortale, e accusa i medici di un possibile errore.

Mi chiedo: perché questo bambino, cittadino europeo ed anche italiano, non ha il diritto di venire in Italia?
E se i genitori hanno il sia pur minimo dubbio di qualche errore medico, e che qualcosa si possa tentare in Italia, perché impedirglielo?
Hanno forse paura, i medici inglesi, che si scopra qualche loro errore?

E ancora: perché lo Stato si arroga il diritto di decidere se un cittadino deve vivere o morire?


 



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