domenica 10 gennaio 2010

mafia a Rosarno

Sono stati i mafiosi locali a sparare sugli immigrati africani a Rosarno.
Per dargli una lezione e per dare un segno che lì comandano loro.
E' come quando i cani fanno la pipì in un posto, per segnare il territorio.


Questo da un lato mi fa tirare un po' il fiato: meno male che non sono stati i cittadini normali a sparare, ma dall'altra ci dice che ormai la mafia pervade tutto il territorio italiano.

Combattere la mafia dovrebbe essere il primo compito del governo, oltre ad affrontare la questione economica. E in molti casi ormai le due questioni si sovrappongono.
Leggevo ieri che gli agricoltori che si servono degli extracomunitari per il lavoro dei campi, a Rosarno come altrove, li pagano pochissimo anche perché essi stessi ricavano pochissimo dalla coltivazione delle loro terre.

Un tempo, affermano i padroni di alcuni aranceti, coloro che volevano acquistare la frutta da loro arrivavano numerosi, oggi invece è tutto governato dalle famiglie mafiose locali che dettano legge sul prezzo e su dove comprare, bisogna rivolgersi in prima istanza a loro.

Per non parlare delle inutili centinaia di chilometri che fanno le merci avariabili da una regione all'altra.
I supermercati dovrebbero poter comprare le merci nel luogo più vicino possibile, tenendo conto della qualità delle merci, s'intende.
Ma questo evidentemente è reso non possibile. Le merci deperiscono e invecchiano durante il percorso e l'ambiente subisce un inquinamento assurdo per i chilometri inutili che i camion devono percorrere.

Quando si deciderà di lottare contro queste situazioni?
Perché ci deve essere qualcuno che guadagna sul lavoro degli altri?



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