martedì 21 febbraio 2012

La nascita della psicoanalisi- quinta parte


La teoria strutturale
La nuova teoria delle pulsioni
La vecchia teoria delle pulsioni era stata indebolita dall'introduzione del concetto di narcisismo: anche le funzioni dell'Io erano state libidinizzate, tutto ormai era libido, di conseguenza il conflitto psichico non poteva più essere spiegato.
Urgeva una revisione della teoria.
Freud perciò sostituisce alla vecchia opposizione pulsioni sessuali/pulsioni di autoconservazione, la contrapposizione tra pulsioni di vita/pulsioni di morte (Eros-Thanatos).
L'unico vantaggio della nuova opposizione è che valorizza il ruolo dell'aggressività, fatta rientrare sotto il capitolo pulsione di morte.
Come arriva Freud alla nuova teoria, che troviamo nei saggi Al di là del principio di piacere del 1920 e L'Io e l'Es del 1923?
La revisione si era resa necessaria, non solo per i problemi teorici connessi all'introduzione del narcisismo, ma anche perché la teoria della libido non era in grado di spiegare i problemi clinici della coazione a ripetere, dei sogni angosciosi, della nevrosi traumatica, della reazione terapeutica negativa, dell'aggressività, dell'ambivalenza, del sadomasochismo, in base al principio di piacere come tendenza generale dell'apparato.
Questi dati vengono ora spiegati da Freud come tendenza a riprodurre uno stato precedente.Questa tesi viene giustificata soprattutto con una riflessione metapsicologica sui concetti economici: funzione primaria dell'apparato è quella di legare l'energia interna, ancor prima di poterne regolare il flusso col principio di piacere.
La tendenza alla ripetizione sarebbe espressione della funzione di legame, così come la tendenza al piacere sarebbe espressione della funzione di scarica.
Ma anche la tendenza alla ripetizione sarebbe di carattere pulsionale, anzi rappresenterebbe la caratteristica fondamentale delle pulsioni.
Freud cerca la prova di questa tesi sul piano delle speculazioni biologiche circa il comportamento delle cellule.
Il metabolismo degli organismi biologici viene interpretato come manifestazione di un'ipotetica coppia di pulsioni elementari, Eros e pulsione di morte, attive a livello delle singole cellule.
La nozione di pulsione, intesa come tendenza al ritorno ad uno stato precedente inorganico, diventa la forza fondamentale di tutta l'attività degli organismi.
La pulsione è tendenza biologica prima che psichica.
Ma come fa a rientrare in questo schema (che si addice prevalentemente alla pulsione di morte) Eros o la pulsione di vita?
Eros è infatti tendenza all'integrazione. Per poterla dedurre dal concetto generale di pulsione, ossia di ritorno ad uno stato precedente, deve far ricorso al mito dell'androgino, come entità integrata cui Eros tenderebbe con la sua attività.
Le pulsioni in senso clinicosono una derivazione di queste entità ultime, mediante processi di fusione (controllo di Eros sulla pulsione distruttiva) e di defusione (distruttività libera), da cui hanno origine le manifestazioni psicologico-comportamentali delle pulsioni.
In tutto ciò si può notare l'ingerenza di paradigmi metafisici , da cui la nuova teoria pulsionale viene indebitamente dedotta.
La confusione tra piano speculativo e piano della spiegazione dei dati ha prodotto solo una pseudo-teoria.
I concetti clinico-psicologici mantengono invece una loro validità indipendente (coazione a ripetere come fatto clinico, senso di colpa ecc.) ma rischiano di rimanere senza basi teoriche.



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