martedì 21 febbraio 2012

La nascita della psicoanalisi - quinta parte (seguito)







La teoria strutturaleDivide la psiche in tre gruppi di funzioni: Es, Io e Super-Io.

L'Es consiste nelle rappresentazioni psichiche delle
pulsioni istintuali, fonte di energia dell'intero apparato.
L'energia è di due specie: distruttiva, derivante dalla
pulsione aggressiva; libidica, proveniente dalla pulsione erotica.
I due tipi di energia sono sempre, in varie proporzioni, fusi.
L'Io: all'inizio della vita l'apparato psichico funziona nel
modo caratteristico dell'Es, si preoccupa solo di soddisfare
desideri, scaricando le tensioni in modo immediato.
L'Io è dapprincipio costituito da un gruppo di funzioni
sensoriali e motorie che gli permettono di servire l'Es e i
suoi desideri in collegamento col mondo esterno.
Più tardi l'Io diventa capace di esercitare un controllo
sui desideri pulsionali e addirittura di opporvisi, usando
misure come la rimozione.
Nello sviluppo dell'Io entrano in gioco:
1- maturazione del sistema nervoso2- prime relazioni oggettuali soddisfacenti con le
persone dell'ambiente che permettono la gratificazione e
la frustrazione in proporzioni adeguate.
Queste prime esperienze sono importanti per le
identificazioni vitali che ne conseguono.
Una tappa significativa nello sviluppo dell'Io è
l'acquisizione del linguaggio, processo che facilita
il pensiero.
Un'altra tappa è l'acquisizione della capacità di esame
di realtà
, ossia della capacità di distinguere tra fatti esterni
e fantasia interna.
Altre funzioni dell'Io: memoria, coscienza, capacità di
differire il processo di scarica pulsionale
,
angoscia-segnale.
Lo schema è il seguente: desiderio pulsionale proibito;
angoscia segnale; principio di piacere; meccanismo di
difesa.

Le conseguenze del conflitto possono essere normali o
patologiche.
Super-IoE' un gruppo di funzioni psichiche concernenti le aspirazioni
ideali, gli imperativi e le proibizioni morali.
E' una parte dell'organizzazione psichica che deve la sua
origine all'identificazione con le figure parentali.
E' una parte specializzata dell'Io.
Due importanti caratteristiche della teoria
strutturale
sono:
l'accento posto sull'aspetto genetico o evolutivo delle
funzioni psichiche; e il fatto che ogni prodotto dell'attività
psichica è la risultante dell'interazione tra Es, Io e Super-Io.
Freud abbandonò la teoria topica perché non
spiegava adeguatamente il conflitto psichico: la teoria
topica afferma che tutto ciò che non può giungere alla
coscienza deve essere un desiderio sessuale rimosso del
sistema inconscio.
Ma la teoria topica non riesce a spiegare il fatto che le
forze psichiche responsabili della rimozione, che per
definizione appartengono al sistema Preconscio, siano
invece anch'esse inconsce.

Era quindi necessario liberarsi dal riferimento alla
distinzione tra inconscio e preconscio.
Il sistema che si oppone alle pulsioni rimosse corrisponde
ad un'organizzazione che ha contenuti sia preconsci che
inconsci, ma unificati dal punto di vista funzionale.
I tre sistemi sono le componenti dell'apparato che produce
il comportamento, secondo la visione meccanicista.
L'Io è la struttura centrale, il luogo di rielaborazione
delle richieste dell'Es e del Super-Io.
Il comportamento, in particolare quello nevrotico, può
ora essere spiegato come il risultato del compromesso
tra queste diverse tendenze: la nevrosi è l'esito di un controllo
non ottimale dell'Io nei confronti delle pulsioni, o delle
esigenze del SuperIo.

Tra l'amoralità dell'Es e l'ipermoralità del Super-Io,
l'Io deve lottare per mantenere il dominio sulla realtà
(che costituisce la sanità psichica) eliminando gli influssi
dei conflitti infantili che provocano una valutazione distorta
del rapporto con la propria realtà personale.
Teoria strutturale e metapsicologia delle pulsioni:
la teoria strutturale è inquinata da influssi negativi della
metapsicologia delle pulsioni.
L'Es è impropriamente visto come struttura senza struttura.
Il Super-Io diventa il rappresentante della pulsione
di morte, a seguito di presunte vicende energetiche che
la trasformano in autoaggressività e senso di colpa.
La teoria dell'Io è ambigua, includendo da una parte
la nozione di Io = soggetto, dall'altra quella di Io =
funzione psichica specializzata, organo centrale del sistema.
Ruolo teorico dei concetti = i concetti strutturali
sono di per sé proposti come classificazione di gruppi
omogenei di funzioni: desideri fondamentali- funzioni
cognitive realistiche- esigenze morali e ideali.
Il loro valore logico è di tipo classificatorio-descrittivo,
non esplicativo: non possono far parte di una spiegazione
causale dei dati, in quanto sono nomi che ridescrivono
i dati stessi.
Più utilmente i concetti strutturali sono da
considerare come tre polarità che strutturano
il campo psicologico del soggetto
, componenti logiche
di una teoria del soggetto, non costituenti psicologici
del suo apparato.

Il soggetto psicologico si sviluppa a partire dall'interazione
tra i bisogni iniziali e le risposte culturali-ambientali,
mediante l'attivazione di apparati psicofisiologici.
Il comportamento attuale è funzione di un'interazione tra
la struttura motivazionale (risultato della sua storia) e
l'ambiente di relazioni interumane.
Si può così costruire una teoria strutturale in senso
proprio, che possa essere proposta come teoria
esplicativa.
Qui il concetto di struttura non è inteso come un dato
empirico presente nell'oggetto, ma uno schema teorico
che rende intelligibili i dati.
Con questo nuovo punto di vista (alternativo a quello
meccanicistico-intrapsichico) si può abbandonare come
falso problema l'opposizione energia-struttura.
Le pulsioni non sono da intendere vitalisticamente come
tendenze biologiche innate, ma come schemi motivazionali
che organizzano funzioni cognitivo-valutative, emotive,
schemi d'azione.
Il recupero di un punto di vista evoluzionistico,
presente nel Freud clinico, può trasformare la teoria da
meccanicista in genetico-strutturale:
- come risultanza della storia delle strategie di soluzione
dei problemi vitali del soggetto ; e
- come soggetto in relazione, nel contesto delle situazioni in
cui si sviluppa la sua attività.
Questo paradigma darwiniano può costituire un punto
di vista interessante per il recupero del nucleo cosiddetto
umanistico delle scoperte freudiane, come base più
adeguata entro cui le proposte degli autori più recenti
potrebbero svilupparsi (vedi Popper).
Revisione della teoria dell'angoscia e nuovo ruolo dell'Io
- nevrosi attualile pulsioni sessuali, se eccitate e non scaricate, sono
soggette ad essere sbarrate come da una diga; se tale libido
arginata supera il limite entro cui l'organismo può
contenerla, viene scaricata ma non sotto forma di
eccitamento sessuale, bensì di angoscia morbosa.
Il cambiamento era ritenuto fondamentalmente biochimico.
- in un secondo momento, Freud parlerà di angoscia
anche per quanto riguarda le psiconevrosi, secondo lo
stesso schema: angoscia = risultato di una trasformazione
della libido rimossa (rimozione fallita).
- terzo momento: Inibizione, sintomo e angoscia del
1926:
riorganizzazione delle teorie dell'angoscia, in seguito al
nuovo ruolo assegnato all'Io, ma mantenimento anche
della teoria precedente, producendo così una teoria contraddittoria.
L'Io viene considerato la sede dell'angoscia; l'angoscia è
la risposta del'Io ad un pericolo pulsionale proveniente
dall'interno, così come la paura è la risposta adeguata ad
un pericolo esterno.
Come già detto però Freud cerca anche di conservare la
teoria precedente, proponendo una teoria con una duplice
fonte: la prima teoria viene conservata sotto forma di
un'angoscia sottratta all'Io e prodotta più o meno
automaticamente come risultato di fattori economici di
accumulo e scarico di energie pulsionali.
L'altra forma di angoscia presuppone una fonte
completamente diversa e implica l'attiva partecipazione
dell'Io.
L'Io è considerato come la sola sede di quest'angoscia,
prodotta e sperimentata come segnale di pericolo.
La teoria più remota aveva elaborato un modello
fisicalistico di rimozione libidica producente angoscia.
La più recente teoria del segnale riteneva che
l'angoscia avesse la funzione di segnalare il pericolo
e di favorire la rimozione e altre difese.










Per leggere l'articolo nella sua interezza:

http://www.tinas.it/filosofia/freud05.htm




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