mercoledì 8 agosto 2012

Il dramma dell'Ilva


 Napolitano ha dichiarato, qualche giorno fa, che fu lui stesso insieme al Pci, circa 50 anni fa, a insistere perché la fabbrica di acciaio, allora Italsider, nascesse (udite udite) nel bel mezzo della città di Taranto.
Allora, ha detto Napolitano, privilegiammo la possibilità di lavoro per gli operai (rispetto all'enorme inquinamento che ne sarebbe derivato). Oggi dice di essersi pentito di quella decisione.

Ieri la  Magistratura ha confermato il sequestro dell'Ilva, con facoltà di uso: per risanare.

Ma è possibile risanare?  E' possibile veramente risanare una fabbrica di quel tipo e di quella grandezza, in mezzo alla città?
La mia impressione, spero fortemente di sbagliarmi, è che la soluzione migliore sarebbe quella di abbattere la fabbrica e reimpiegare in altro modo gli operai.
Ma non avendo lo Stato soldi, temo fortemente che si ricorrerà a qualche operazione di facciata, qualche risanamento più di forma che di sostanza, come già fatto altre volte.
Se fosse così, continuerebbero a morire di cancro non solo gli operai, ma anche il resto della città, su cui si allargano i fumi emessi dalla fabbrica.
Un operaio coraggioso ha fatto pervenire ad una TV i filmati in cui viene mostrato che l'azienda, varie volte a settimana, sversa nelle fogne residui pericolosi.
Quindi nessuna moralità e nessuna intenzione di preservare l'ambiente.







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