sabato 15 novembre 2014

Letture estive: "Lionel Asbo" di Martin Amis


Ho  cominciato ad interessarmi a Martin Amis quando ho letto che, insieme a Salman Rushdie e a Ian McEwan, faceva parte della cerchia di amici di Christopher Hitchens. Un giornalista famoso per il ritratto irrituale e sconvolgente che in "La posizione della missionaria" fa di Madre Teresa di Calcutta.


Quella di Amis è una storia interessante: figlio di un prolifico (in senso letterario) scrittore inglese, non era molto attratto dagli studi, e frequentava spesso le sale da gioco.
Lui stesso ha raccontato che fu aiutato a trovare la sua strada dalla matrigna, scrittrice anche lei, e dall'incontro con Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen.

Amis è una persona che attira spesso su di sé polemiche, come quando dichiarò che sarebbe stato opportuno allestire ai margini delle strade apposite camere a gas per gli anziani, inducendoli a suicidarsi con un Martini e una medaglia.
Oppure per le critiche al comunismo contenute nel suo libro Koba il terribile.  Un amico affermò che Amis ha la tendenza a trasformare sue paranoie personali in nozioni universali e astratte.
Insomma, avete capito il tipo.

Il primo libro di Amis che ho provato a leggere è stato "La vedova incinta" che ho abbandonato dopo poche pagine.
Ci ho riprovato con "Lionel Asbo. Lo stato dell'Inghilterra". L'ho finito in poche ore, stupendomi di me stessa, perché di solito sono respinta da ambientazioni analoghe che mi intristiscono.
Protagonista del libro è Lionel, per gli amici Li, un muscoloso buzzurro amante della violenza, sempre in compagnia di 2 pitbull che cerca di mantenere molto arrabbiati.
Lionel sta scontando ai domiciliari una pena per rissa e atti vandalici. Abita in un quartiere degradato della periferia londinese dove le ragazzine sono già madri a 12 anni, nonne a 39, a 50 anni si è vecchi decrepiti, e dove spesso 3 generazioni vivono nella stessa casa sopravvivendo grazie al sussidio.

La voce narrante è quella di Des, amato nipote diciassettenne rimasto orfano, di cui Li si prende cura a suo modo: "esci sempre con un coltello in tasca, guardati un bel porno a casa, prenditi un pittbul".
 I due si vogliono bene, ma tanto è violento e ignorantone Li, tanto Des è tranquillo e non ignorante.
Tranquillo ma...si metterà in una situazione difficile,  rischiandola grossa con lo zio, se scoprirà che va a letto con la giovane nonna, madre di Li.
Un giorno Li vince alla lotteria nazionale 140 milioni di sterline, e all'improvviso lui e la fidanzata vengono catapultati nel mondo del gossip, diventando due personaggi ricchi e cafoni, come quelli che loro stessi avevano invidiato quando erano dei poveracci.

A me questo libro è piaciuto molto, mi sono domandata come ha fatto Amis a costruire dei delinquenti credibili, spargendo inoltre ironia a piene mani.
Il libro, come sempre accade, oltre a lodi ha ricevuto critiche: ad esempio quella di aver voluto infangare l'Inghilterra.
Amis ha risposto dicendo che il turista che arriva a Londra conosce il centro della città, e non può immaginare cosa si trovi al di là di esso.
"Volevo scrivere una metafora dell'Inghilterra d'oggi...da un lato una povertà endemica...dall'altro una ricchezza pacchiana".
Polemicamente Amis ha dato al protagonista il soprannome Asbo, che è l'acronimo di Anti-Social Behaviour Order, la legge voluta da Tony Blair a fine anni novanta per combattere i comportamenti antisociali.
Legge che Amis considera inutile: "non basta reprimere...quei comportamenti sono il risultato di vasti problemi sociali".

In conclusione, il libro è una satira della società, assimilata da alcuni critici a quelle di Swift, Dickens e Burgess.
(continua)



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