lunedì 3 novembre 2014

Lo Stato che bastona i cittadini


Ogni volta che leggo o penso a Stefano Cucchi, devo fare uno sforzo per non scoppiare in singhiozzi.
E' di pochi giorni fa la sentenza che ha mandato assolti guardie carcerarie carabinieri e medici, ossia tutte quelle persone per le cui mani è passato  questo ragazzo.

Ma stavolta ci sono delle novità:

- la sentenza ha avuto un grande rilievo mediatico;
- nella sentenza si riconosce per la prima volta che il ragazzo è stato pestato;
-
il capo della Procura di Roma, Pignatone, ha affermato che nessuno può morire quando è in mano allo Stato
(anche se questo, ricordiamolo, è successo già altre, troppe volte).

Ma un'altra cosa mi sembra sia emersa chiaramente: il percorso del ragazzo, i vari passaggi di mano, è tutto registrato. Gli orari, le persone preposte ai vari servizi in quei giorni e in quelle ore.

Messa così, non dovrebbe essere difficile risalire ai responsabili del pestaggio, così come ai medici responsabili delle mancate cure, che avrebbero potuto salvare Stefano Cucchi.

A latere: questo ragazzo è stato anche molto sfortunato: non gli furono concessi i domiciliari (che gli avrebbero risparmiato la morte) per un errore di trascrizione in base a cui risultava albanese e senza fissa dimora.
Che incuria in queste materie così delicate.


Un'ultima cosa, una speranza: quello che è successo a Stefano Cucchi riguarda tutti noi. Tutti possiamo commettere degli errori, e dobbiamo poter pensare che lo Stato non chiuda gli occhi e non regali l'impunità ai suoi servitori che invece di tutelare i cittadini, li trattano con crudeltà e li colpiscono.
Altrimenti ci troveremmo di fronte ad uno Stato che bastona chi non gli sta simpatico, e questo non sarebbe democratico.


Aggiungiamo che in questi giorni non ci sentiamo molto "sereni", a causa delle manganellate inferte dalla Polizia agli operai di Terni che manifestavano contro i licenziamenti della Thyssenkroup.
Che poi il ministro dell'Interno Alfano abbia tentato di giustificarsi inventando tentativi inesistenti dei manifestanti di occupare la Stazione Termini, fa pena.

Se qualcuno ha ancora dei dubbi può guardare le riprese fatte da Zoro per Gazebo.




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