Poco in verità.
Ho capito che l'inizio della crisi economica più grave, dopo quella del 1929, è stata l'abolizione da parte di Bill Clinton, del Glass-Steagall Act nel 1999.
Stiamo parlando della distinzione tra Banche commerciali (quelle per intenderci che erogavano credito alle aziende o mutui alle famiglie) e Banche d'investimento (o finanziarie, cioè quelle che invece di guadagnare tramite gli interessi ricevuti per i prestiti che servivano a far funzionare l'economia, giocano in Borsa a solo scopo speculativo, incamerando cifre ingenti senza produrre).
Abolendo la distinzione tra i 2 tipi di Banche, tutte hanno potuto far tutto, accumulando tra l'altro crediti inesigibili, avendo prestato soldi per acquistare casa a chi era evidente non avrebbe mai potuto restituirli, comprato derivati, e altro.
Questa bolla speculativa ha subito colpito l'Europa che ancora stenta a riprendersi. L'Europa infatti non può stampare moneta al bisogno, come hanno fatto gli USA, legata com'è dalle forse assurde regole dell'Unione Europea.
Oltre a ciò, si dice sia ben posizionata per essere eletta prossimo Presidente USA, la moglie del suddetto Bill Clinton.
Insomma è stato un regalo ai finanzieri e una rovina per l'economia concreta, ossia per quelle aziende che investono soldi per guadagnarne altri, producendo qualcosa, dando lavoro ad operai artigiani e impiegati, che a loro volta saranno in grado di spendere.
Un altro enorme guaio, mi sembra di aver capito, è stato il modo errato di gestire la globalizzazione.
O meglio, errato dal punto di vista della gente normale.
Mai come nel nostro secolo, credo, si può osservare la differenza tra ricchi e poveri.
Chiaramente i ricchi sono quelli che detengono il potere economico e i poveri quelli che per vivere debbono lavorare.
Se non hai altre fonti di reddito che il lavoro, sei il nuovo schiavo, quello che dovrà accettare condizioni sempre più ingrate o infami per sopravvivere.
Tu Stato o Sindacato non accetti le mie condizioni? Non accetti di aumentare le ore di lavoro e un salario più basso? Delocalizzo.
Unica speranza sarebbe il grido di Marx: lavoratori di tutto il mondo unitevi!
Fa forse ridere gridarlo oggi. Non c'è ancora, ma ci vorrebbe, un movimento globale che lavorasse per uno standard di lavoro e di vita accettabile, simile in tutto il mondo.
Un movimento verde, che volesse salvare il nostro mondo dall'accumulazione dei rifiuti, dall'intossicazione sempre più spinta del suolo e dell'aria, dallo scempio del paesaggio, e che s'impegnasse nella tutela della bellezza, dell'istruzione e della cultura.
Ma tutto questo va contro l'interesse delle multinazionali (a questo proposito attenti al Ttip, il ventilato accordo commerciale Usa-Ue che, secondo la maggioranza degli economisti, porterebbe solo cessione di sovranità e perdita di controllo sugli standard di qualità e sanitari, a danno dell'Europa).
Qual è insomma la situazione attuale?
La politica ha accettato di subordinarsi alla finanza; vedi quanto fatto da Bill Clinton, diventando il braccio di finanzieri che lavorano nell'ombra.
In cambio di cosa ha fatto questo? A voi la risposta.
Ricordate qualche tempo fa quanto è stato detto dal capo di un'importante banca americana?
Basta con questa democrazia, i cittadini devono farla finita con questa storia.
Comunque siamo ancora vivi, e penso che quello che possiamo fare individualmente per opporci a questa deriva, sia ben fatto.
In questa linea, penso che dobbiamo in tutti i modi difendere l'istruzione, per tentare di continuare a ragionare con la nostra testa, e cercare di comprendere gli ingranaggi economici.
Anche se tenteranno di imbrogliarmi in ogni modo, preferisco esserne cosciente e resistere.
mercoledì 3 dicembre 2014
Quel che ho capito di Economia, finora
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