giovedì 10 dicembre 2015

Yehoshua - La comparsa


Ho appena finito di leggere l'ultimo libro di Abraham Yehoshua, s'intitola La comparsa.
Yehoshua è il mio scrittore preferito, quando esce un suo libro corro a comprarlo e so che per due o tre giorni, mentre lo leggerò, sarò felice.
Perché? Perché Yehoshua ti lascia in bocca il sapore dei classici.
In ogni suo libro è capace di creare un mondo, ogni particolare fa parte di un intero ben raccontato o suggerito.

Perciò sono andata ad acquistare il suo libro (cartaceo, voglio precisare. i libri belli voglio leggerli solo su carta), l'ho finito in un batter d'occhio, perché era più breve degli altri testi cui ci ha abituati.

Sono d'accordo con quanto scritto da molti, e cioè che in questo libro c'è meno mondo, la prospettiva è molto più ristretta. E tuttavia la qualità della scrittura di Yehoshua è ineguagliabile.
E' la storia di Noga, un'arpista israeliana che suona in un'orchestra olandese, che torna a Gerusalemme dopo la morte del padre, perché c'è la necessità di tenere occupata per 3 mesi la casa dei genitori, mentre la madre fa un (inutile) periodo di prova in una casa di riposo a Tel Aviv, vicino alla casa del figlio.

Suo fratello, per aiutare Noga a mantenersi durante questo periodo, le procura dei ruoli di comparsa in varie fiction.
Assistiamo alle discussioni di Noga  con la madre ed il fratello. Discussioni che mi hanno colpita, molto accese, taglienti, sembrano vere.
Il fratello la rimprovera di essersi allontanata da Israele, lasciando a lui il compito di accudire i genitori. Per fare che, poi? La suonatrice di arpa che, secondo lui, non è uno strumento così importante in un'orchestra, e che l'ha costretta ad emigrare perché non è riuscita a trovare lavoro in patria.

Ma soprattutto, sia la madre che il fratello la rimproverano di non aver voluto dare un figlio al marito, per di più abortendo a sua insaputa.
Addirittura la madre la esorta a rivedere l'ex marito, che nel frattempo si è risposato ed ha avuto 2 figli, e a procreare un figlio con lui.
In questo modo darebbe a lui la giusta gratificazione un tempo negatagli e, contemporaneamente, lascerebbe un segno di sé nel mondo.(dementi?)


Nel corso del libro avremo poi modo di conoscere anche il marito, che s'intrufolerà in una delle fiction a cui partecipa Noga, e che a me ha fatto l'effetto di un quasi-stalker.

Nel romanzo è posto in rilievo anche il fenomeno dell'aumento degli ultraortodossi nei vari quartieri.
Vedi anche le situazioni in cui Noga trova più volte in casa due ragazzini figli appunto di ultraortodossi che, rischiando la vita, arrampicandosi ad un tubo si calano dalla loro casa in quella di Noga, pur di vedere la televisione, che è
proibita dalle loro regole.


Leggendo le discussioni tra Noga, madre e fratello ho pensato che Yehoshua avesse voluto delineare dei personaggi con una grande chiusura mentale.
Per curiosità e per confrontare le mie opinioni con quelle di altri lettori e critici, sono andata a leggere le molte recensioni al libro.
Vi si parlava del dibattito suscitato in Israele dalle frasi con cui l'autore parlava delle donne che decidono di non avere figli. 
Per Yehoshua, se ne ricava, una donna che decide di non avere figli non solo è un'egoista che si condanna all'irrilevanza, ad un ruolo di comparsa perché non lascerà traccia di sé nel mondo, ma addirittura  interrompe il ciclo della natura

Quindi la vita di una donna, per Yehoshua,  trae un senso solo dall'essere madre, e inoltre non generare figli equivale anche a sottrarsi ad un compito naturale.

Sono rimasta esterrefatta: una donna ha valore solo in quanto madre (quindi non c'è scelta per una donna); poi si parla di ciclo della natura (e il ruolo dell'evoluzione culturale?)

P.S.Le posizioni di Yehoshua fanno forse riferimento anche al fatto che i Palestinesi sono molto prolifici, mentre gli Israeliani fanno sempre meno figli.



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