sabato 12 gennaio 2019

Qualche riflessione sui vaccini


Un giorno sì e un giorno no si torna a parlare dei vaccini.
Appena ieri abbiamo letto che Renzi e Grillo hanno entrambi firmato il patto pro-vax di Burioni; dopodiché Grillo si è attirato accuse di tradimento da parte dei no-vax 5 Stelle.


A me Burioni  non piace; e concordo con chi ultimamente ha criticato la sua visione della scienza come qualcosa di accertato una volta per tutte.

Personalmente penso che i vaccini siano utili, così come lo è lavarsi le mani e disinfettarle prima di un'operazione da parte dei medici.
Ricordate la storia del ginecologo Semmelweis (1818-1865), che spiegò l'enorme numero di infezioni post-partum col fatto che i suoi colleghi passavano tranquillamente dalla sala autopsie alla sala parto, senza lavarsi le mani né disinfettarle.
In seguito a queste sue osservazioni dovette subire l'ostracismo dei suoi colleghi, perse il lavoro e fu internato in una clinica psichiatrica, ma aveva ragione.

 Penso che i vaccini siano stati utili per sconfiggere molte malattie. Penso però che sia necessario fare alcune considerazioni.

- Il professor Garattini, stimatissimo ex direttore dell'Istituto Mario Negri, ha affermato che manca la Farmacovigilanza da parte dello Stato. 
Sono le case farmaceutiche a dichiarare cos'è contenuto nei vaccini, ma manca una legge che obblighi lo Stato a fare controlli.

 - Inoltre penso che una nazione civile dovrebbe togliere l'obbligo vaccinale.
Certo questo imporrebbe allo Stato il compito di informare adeguatamente i cittadini in modo che capiscano l'utilità di proteggere sé stessi e i propri figli.

Ma questo contribuirebbe anche a far cadere paure e sospetti di interessi vari dei politici nel promuovere i vaccini di case farmaceutiche amiche.

- Prima di vaccinare, il medico di famiglia o altra persona idonea dovrebbe considerare se la situazione immunitaria del paziente è ottimale, in modo da poter procedere alla vaccinazione.

- E inoltre mi sono chiesta spesso quanti sono i vaccini veramente necessari, aumentati di numero col decreto Lorenzin, con quale tempistica è opportuno somministrarli, e se non sarebbe il caso di somministrarne uno per volta, data la delicatezza del sistema immunitario dei neonati.

 



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