domenica 7 dicembre 2008

difendiamo un diritto delle donne

Segnalo su Micromega la possibilità di firmare ancora una petizione in difesa della legge 194, e quindi in difesa di alcuni fondamentali diritti della donna, quale quello di poter accedere all'aborto, nei casi previsti dalla legge.
http://www.firmiamo.it/liberadonna

Un'altra minaccia alla libertà di decidere della donna è, recita Micromega la recente ingiunzione a rianimare i feti ultraprematuri anche contro la volontà della madre (malgrado la quasi certezza di menomazioni gravissime).

Questi diritti sono minacciati dall'offensiva della Chiesa cattolica, e dall'assenza di sostegno effettivo in questa lotta, da parte della sinistra.
Lo scontro tra stato laico e chiesa che non vuol rinunciare all'antico potere temporale, ancora una volta si svolge sul corpo delle donne, e sempre di più l'Italia si configura come uno stato confessionale e non come uno stato laico.

Per essere chiari: l'Italia è uno stato laico, la legge garantisce in determinati casi la possibilità di aborto. Quindi il medico che lavora nelle strutture pubbliche non può opporre un rifiuto a praticare l'aborto, trincerandosi dietro l'obiezione di coscienza.

Se egli segue una religione che gli vieta di praticare l'aborto, e vuole obbedire a questo divieto, ritengo suo obbligo di coscienza e dovere verso lo stato di abbandonare la struttura pubblica e andare a lavorare in una struttura privata appartenente ad un ente religioso.



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