venerdì 25 novembre 2011

Romain Gary: "La vita davanti a sé"



In una libreria ho trovato un libretto di Neri Pozza: Romain Gary, La vita davanti a sé.
L'immagine di copertina è quella di un ragazzino, uno scugnizzo, direbbero a Napoli, berretto in testa e sguardo tra timido e sfrontato.

Il nome dell'autore mi ha immediatamente ricordato Jean Seberg, la sua compagna: un visetto bellissimo con i capelli biondi tagliati molto corti.
Jean Seberg era un'attrice americana che recitò in 2 film di Otto Preminger: Santa Giovanna e Bonjour tristesse, tratto dal romanzo di Francoise Sagan.

Trasferitasi in Francia divenne famosa recitando nel primo film di Godard: A' bout de souffle, con Jean-Paul Belmondo. Divenendo ben presto un'icona del cinema degli anni '60 e della nouvelle vague.
Ebbe una vita intensa di incontri e forse un po' sbandata. Un carattere delicato, su cui era facile infierire. Cadde in depressione, dopo il parto della sua bambina nata morta, per il fango, si direbbe oggi, gettatole addosso dalla CIA.
Seberg infatti lottava per i diritti dei neri ed era un'attivista del movimento delle Pantere Nere.
Fu trovata morta in un'automobile.

Romain Gary fu il secondo marito di Jean Seberg, e la sua vita non fu certo meno romanzesca. Nato in Lituania, sua madre era un'ebrea, un' attrice russa fuggita dalla rivoluzione, invece il suo misterioso padre fu probabilmente il più famoso attore del cinema muto.

Ebbe un rapporto profondissimo con sua madre, forse anche troppo intenso . Ad ogni modo sua madre lo portò con sé in Francia e, lavorando eroicamente, lo spinse fortemente a realizzarsi.
E infatti Gary intraprese con successo la carriera diplomatica, tanto da diventare Console di Francia. Ma, dopo alcuni anni, decise di dare una svolta alla sua vita e si mise a scrivere. Ebbe molto successo, tanto che gli fu attribuito il Premio Goncourt.

Ma anche come scrittore Gary non seguì canoni comuni. Quando veniva considerato ormai finito, uscì La vita davanti a sé, che ebbe un successo stratosferico.
Ma sotto un altro nome, attribuito ad un cugino che recitava la parte dello scrittore Emile Ajar.

Forse in questo modo gli piacque prendere in giro tutti quelli che lo consideravano finito. Anche questo libro ottenne il premio Goncourt.

Anche lui, poco dopo la morte della Seberg, si suicidò.

Che dire del libro? Si legge velocissimamente, è interessante ed è la storia di una crescita interiore.
Un ragazzino della probabile età di 10 anni, ma sembra un po' più grande, non sa niente della sua storia e dei suoi genitori, e vive con madame Rosa, un'ex prostituta che ospita a pagamento a casa sua dei ragazzini tutti figli di prostitute, che glieli affidano per evitare che i servizi sociali glieli tolgano, dato il mestiere che fanno.
Momo è arabo, mentre madame Rosa è un'ebrea scampata ad Auschwitz. Vivono al sesto piano di un condominio di Belleville, quartiere periferico di Parigi e multietnico (ricordate Pennac?)

Abitare al sesto piano ha la sua importanza nel romanzo, perché madame Rosa è molto grassa e parecchio malata. Difficile anche portare su la spesa.
E' affascinante il racconto delle esperienze quotidiane di Momo. Non va a scuola, ma impara tante cose da un vecchio arabo venditore ambulante di tappeti.
Nel personaggio di Momo, probabilmente Gary trasferisce molti elementi autobiografici: l'intenso rapporto con la madre/madame Rosa; come pure il mistero del padre sconosciuto.

Una cosa interessante del romanzo è la lingua in cui si esprime Momo, che doveva essere coerente con quella di un ragazzino che vive a Belleville, non va a scuoila, non conosce i genitori, abita da un'ex puttana, pensa di intraprendere la carriera di prossineta (sì lui dice così
), ma sa imparare dalle persone che incontra, senza giudicare.
In qualche momento, nonostante le difficoltà nelle quali Momo è immerso, immagini un senso di libertà nel vivere una vita al di là dei normali canoni di sicurezza e di quello che è considerato bene dal pensiero comune.

Alla fine Momo scoprirà quali sono le sue origini, e riuscirà a salvare dall'Ospedale madame Rosa, che non vuole andarci per essere curata oltre i limiti di una vita dotata di senso.
Ci riuscirà nascondendosi con lei in un sottoscala, e non vorrà riconoscere per giorni che Rosa è morta. Verrà salvato da una famiglia normale ma non convenzionale, che lo prenderà con sé.

Tutto questo in uno snello libretto di 200 paginette al costo di 10 euro e 50.
Buona lettura se volete.

Dimenticavo: dal libro venne tratto nel 1977 un film con Simone Signoret nella parte di madame Rosa. Spero di trovarlo.



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