Boy
Ho ripreso a
leggere Roald Dahl, di cui avevo acquistato i libri per leggerli ai miei figli
quando erano bambini.
E’ sempre stato uno scrittore anticonvenzionale, di cui apprezzo la tecnica.
Perciò ho deciso di provare a rileggerlo.
Ho appena
finito Boy, in cui racconta della sua infanzia e adolescenza fino
ai 18 anni, quando rifiutò l’offerta della madre di proseguire gli studi in una
Università, e decise di andare a lavorare per una grande azienda all’estero, in
Africa.
E’ scritto in
un linguaggio estremamente semplice, e pacato.
Faccio questa osservazione perché non so se io sarei stata capace di conservare
lo stesso aplomb, di fronte al racconto di certe situazioni.
Dahl racconta che in quelle che noi chiameremmo scuole medie e licei, in
Inghilterra vigeva l’abitudine di punire le infrazioni o le presunte infrazioni
alle regole, da parte degli studenti, con punizioni corporali.
Le frustate
venivano inferte con un bastone molto sottile, seguendo una procedura standard
sadica e dolorosa. Una punizione volta a produrre terrore, sottomissione,
ipocrisia. Non tutti gli insegnanti usavano questi metodi.
Al liceo
gli studenti più grandi, i boazer, erano autorizzati ad usare
i più piccoli per ogni genere di servizio a loro favore. Erano anche
autorizzati ad usare le frustate, come piccoli kapò in un campo di
concentramento.
Durante gli
ultimi anni di permanenza a scuola Dahl godette di uno statuto speciale,
in quanto campione sportivo in 3 specialità. Non venne però nominato boazer, in
quanto si sarebbe rifiutato di picchiare i più piccoli.
Una sorpresa
per Dahl fu quella di scoprire che il Direttore, un religioso privo di titoli,
divenne più tardi arcivescovo di Canterbury e, in quella funzione,
officiò il matrimonio di Elisabetta d’Inghilterra.
Questo
direttore, che non brillava per capacità didattiche, portò Dahl a interrogarsi
sulla verità della religione.
Come poteva quell’uomo così sadico nel frustare i ragazzi, parlare poi
nelle sue omelie di bontà e compassione verso gli altri! Se questo era il
rappresentante di Dio in terra, doveva esserci qualcosa di sbagliato nella fede.
In questo
libro, come ho già accennato, lo stile di Dahl è molto semplice e piano. Molto
diverso dallo stile scoppiettante e pieno di sorprese a cui ci ha abituati nei
suoi racconti, sia quelli per bambini sia, e soprattutto, in quelli per gli
adulti.
tinas
domenica 6 maggio 2012
Roald Dahl: "Boy".
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