domenica 6 dicembre 2015

Presepi e crocifissi


Non penso che l'accoglienza di persone che per vari motivi vengono in Italia, lasciando il  paese d'origine, debba essere per noi motivo di rinunciare a feste o tradizioni. Con la scusa che si potrebbe offendere la sensibilità di persone di altre culture e religioni.

E tuttavia in questi giorni, soprattutto la Destra e la Lega, hanno fatto molta cagnara sul rifiuto di un Preside di una scuola elementare di fronte alla richiesta di due mamme di introdurre nell'orario scolastico dei canti religiosi per Natale.

Si è tirato in ballo anche il crocifisso che nella totalità o quasi delle scuole statali è esposto alle pareti.


Il crocifisso è un simbolo molto chiaro di appartenenza alla religione cattolica. Esporlo rappresenta simbolicamente che la Chiesa cattolica prende culturalmente possesso di quella scuola.
Ora, questo è inaccettabile.
In una
scuola statale, espressione dello Stato laico, dovrebbero, cioè devono stare sullo stesso piano non solo tutte le religioni, ma anche l'ateismo.
Quindi no al crocifisso, no alla connotazione religiosa di una scuola statale. 

Ho letto da qualche parte che don Milani, quando andò ad insegnare religione in una scuola pubblica, per prima cosa tolse il crocifisso dalla parete. E se non era un vero credente lui...

Fare l'albero di Natale o il presepe a scuola non mi sembra la stessa cosa che esporre il crocifisso.
E inoltre perché non parlare a scuola, in questo periodo, delle tradizioni nostre e altrui? Diventerebbe un'occasione di confronto e maggiore integrazione, nell'ottica di uno scambio culturale.
 Personalmente penso chel'albero di Natale o il presepe siano diventate più che altro delle occasioni giocose.



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