mercoledì 17 dicembre 2008

omosessualità

Come sapete, la Chiesa cattolica si è opposta alla depenalizzazione dell'omosessualità.
Mi sono chiesta quando la nozione di omosessualità sia entrata per la prima volta nella mia vita, e mi sono ricordata che quand'ero piccola, parecchio tempo fa, passavo le estati nel paesino d'origine di mia madre.
Durante una passeggiata con i miei genitori lungo il viale principale, una persona attirò la mia e l'altrui attenzione.
Era vestita come una donna,
si atteggiava un po' troppo, e aveva i tratti del volto più simili a quelli di un uomo.
Qualcuno fece una battuta sulla signorina. Per vario tempo ancora non capii che quello era stato il mio primo incontro con l'omosessualità.
All'Università cominciai a studiare Freud e la psicoanalisi. Fu un innamoramento, un approccio che allora ancora si poteva considerare rivoluzionario, per comprendere gli esseri umani e i loro moventi.
La psicoanalisi afferma che siamo tutti bisessuali.
Cosa penso attualmente dell'omosessualità?

Penso che il numero delle persone omosessuali sia sottostimato.
E inoltre l'omosessualità è un fatto genetico o culturale? Non so rispondere, propendo per la seconda risposta, o per un intreccio tra le due.

L'uomo, come tutto ciò che esiste al mondo, è inserito in un processo evolutivo. Come e più degli altri animali, è fatto di natura o corporeità ma anche di cultura; mi viene in mente l'esperimento di Lorenz sulle anatre: il primo essere vivente che gli si poneva davanti, quello prendevano per loro madre e cominciavano a seguire.

La sopravvivenza dell'umanità, oltre che sui vari comportamenti più o meno demenziali che essa mette in atto, si basa sulla riproduzione, ovviamente.
Quest'ultima mi pare sia sempre meno legata ad un incontro sessuale all'interno della coppia. Aumentano esponenzialmente i casi in cui la riproduzione è affidata a pratiche mediche esterne, ossia alla procreazione assistita.

Questo permetterà anche a coppie omosessuali di avere figli.

Questa situazione di infertilità, che probabilmente si diffonderà ulteriormente a causa dell'inquinamento ambientale, a questo punto potrebbe presentare un risvolto non negativo.

Decidere di vivere in coppia sarà sempre meno legato alla riproduzione, e sempre più motivato da una scelta per affinità.
In sostanza, non essendoci più un motivo biologico perché la coppia sia composta per forza da maschio-femmina, potranno formarsi, più facilmente di prima, anche coppie maschio-maschio o femmina-femmina. La scelta sarà più libera, e poi l'esempio fa cultura.

Per approfondire questo tema, consiglio di leggere le dichiarazioni del professor Veronesi, famoso oncologo, su questo tema.
Con stupore mi sono accorta di essere arrivata a conclusioni molto simili.
Non mi piace però la sua opinione che il metodo migliore per riprodursi, una volta che l'infertilità si sarà diffusa, sarà l'autoriproduzione ossia la clonazione.

Un inciso: ma l'adozione non la contempla nessuno? Ci sono milioni di bambini soli nel mondo... o il nostro narcisismo è talmente forte da poter amare come figli solo persone identiche a noi?



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