venerdì 11 febbraio 2011

Riflessioni sulla vicenda del referendum Mirafiori.

E' passato un po' di tempo dal referendum capestro di Mirafiori.
Capestro perché gli operai dovevano decidere se perdere il posto di lavoro o accettare un accordo con l'azienda ingiusto, in quanto lesivo dei loro diritti come lavoratori e come uomini.

Chi votava sì sapeva di dare la propria adesione a turni massacranti che il sociologo De Masi, sentito un medico, aveva definito fisicamente impossibili da sostenere.
Chi votava sì sapeva di dare la propria adesione alla cancellazione della rappresentanza sindacale della FIOM che aveva invitato a votare no all'accordo.

Marchionne, a nome della FIAT, ha dato l'impressione di speculare sul bisogno di lavoro, come se volesse trattare in Italia gli operai , come le aziende che delocalizzano, trattano gli operai all'estero.

Molto si è discusso sul perché Marchionne puntasse tanto sul ridurre i costi degli operai quando, comparato con altre voci, il costo della manodopera incide solo per il 7% del totale.

Un altro sociologo del lavoro, Alain Touraine, ha stigmatizzato come sbagliato il tentativo di ridurre all'impossibile i costi degli operai, invece di puntare ad investire su nuovi e più funzionali modelli di auotomobili, come per esempio è stato fatto, e con successo, in Germania.
Si nota una tendenza delle aziende a far soldi giocando finanziariamente, e non investendo capitali su promettenti e ben studiati progetti.

Nei giorni scorsi si è diffusa la voce che Fiat punti ad acquistare la Chrisler e a spostare la testa dell'azienda, direttamente in America.

Oggi abbiamo letto sui giornali che FIAT avrebbe spostato i suoi capitali in Asia.

Non so come andrà questa storia, tuttavia quello che osservo è che c'è stato il tentativo di usare gli operai come test: se riesco a far passare questo trattamento (lavoro schifoso in cambio alla rinuncia ai diritti) con gli operai, poi potrò farlo anche con altre categorie: impiegati, dottorandi, intellettuali, ecc.

Questo che io chiamo il test della FIAT deve essere molto piaciuto ad altre aziende, come dire: poi anche noi ne potremo approfittare. Non sarà più necessario attenersi ad una concertazione nazionale, ma ogni azienda potrà dettare le sue regole, in cambio di lavoro.


La globalizzazione come scusa per abbassare salari e diritti non vale nulla, chiaramente. E' solo la scusa che accampano le aziende.
La globalizzazione sarà un male se lasceremo che venga strumentalizzata: siccome in Cina gli operi vengono pagati di meno, estendiamo a tutto il mondo questa modalità che farebbe molto comodo alle aziende?

Mi pare che questa vicenda ci insegni che dobbiamo tenere gli occhi ben aperti, conoscere, informarci per non subire.
Ma mi pare che questa vicenda costituisca anche un rimprovero molto grande per i sindacati che sono venuti meno ai loro doveri di salvaguardare i diritti e le condizioni di vita dei lavoratori.
E' chiaro che questa tutela non può essere demandata alle aziende.



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