sabato 11 febbraio 2012

La nascita della psicoanalisi - quarta parte

La metapsicologia









Possiamo distinguere due teorie in psicoanalisi:
- una teoria clinica ossia lo studi
o delle motivazioni
del soggetto, da reperire nella storia dei suoi rapporti
oggettuali; e
- la metapsicologia, da repe
rire nell'ambito del
funzionamento della mente come apparato psichico.
Testi metapsicologici:

Il Progetto (1895), L'Interpretazione dei sogni (1899),
Pulsi
oni e loro destini, La Rimozione, L'inconscio,
Supplemento metapsicologico alla
teoria del sogno,
Lutto e melanconia
(questi ultimi tutti del 1915).
La metapsicologia intende spiegare il comportamento,
ossia i fatti psicologici, in base a tre punti di vista:
- quello topico (distinzione tra i sistemi inconscio,
preconscio e conscio);
- dinamico (riguardanti le forze in conflitto);
- economico (relativo alll'energia e alle sue
trasformazioni).
Coordinate generali della teoria clinica
Sotto questo aspetto la psicoanalisi è anzitutto
una teoria dell'inconscio, e terapia delle
manif
estazioni patologiche della rimozione
(qui intesa come nome generale del
misconoscimento di sé, fondamento dei vari
meccanismi di difesa).
In quanto attività terapeutica la psicoanalisi
colloca il soggetto in prospettiva storica,
ponendo l'organizzazione psichica attuale in
connessione con la sua storia, soprattutto infantile.
Ad esempio le nozioni di fissazione-regressione,
liberate dal contesto economico-biologico, si possono
intendere in senso psicologico come irrigidimento
di particolari schemi d'interazione.
La teoria clinica ha per obiettivo centrale
l'origine dell'organizzazione psicologica,
dovuta all' interazione organismo/cultura,
come momento fondante della storia del soggetto
di cui l'anali
sta dà una rilettura in un nuovo
linguaggio e prospettiva).
Struttura logica della metapsicologia
Per Freud la spiegazione clinica di un caso è
fondata su una teoria di livello logico superiore,
la metapsicologia.
La spiegazione metapsicologica elabora un
complesso di modelli concettuali più o meno
distanti dall'esperienza
, come la finzione di un
apparato psichico diviso in istanze, la teoria delle
pulsioni, il processo della rimozione ecc.,
facendo riferimento ai tre noti punti di vista.
Apparentemente coordinati, i tre punti di vista si
basano su postulati metafisico-ontologici, ossia
su una visione fisicalista-m
eccanicista del
mondo, dell'uomo, e della procedura di
spiegazione scientifica.

Vero fulcro di questa ossatura filosofica è il punto di
vista economico .
Critiche alla metapsicologia dagli anni '60 in poiDagli anni '60, dopo la psicologia dell'Io, inizia la
grande crisi interna, con gli attacchi alla nozione
di energia psichica ecc.
I vari autori riconoscono l'esistenza delle due teorie
all'interno del corpus psicoanalitico.
Per alcuni l'unica valida, da sviluppare ulteriormente,
è la teoria clinica; per altri non ha senso sviluppare
una teoria clinica che non abbia fondamento su
ipotesi riguardanti l'attività e l'organizzazione del
sistema nervoso centrale
.
In sostanza tutti sono d'accordo solo sulla necessità
di riformulare la struttura teorica della psicoanalisi,
ma non c'è accordo sui metodi, i due estremi essendo
costituiti dal m
etodo ermeneutico-comprensivo,il cosiddetto metodo delle scienze dell'uomo, e del
metodo naturalistico, metodo delle scienze della
natura
.
Il concetto metapsicologico di pulsioneLa pulsione, concetto costruito per analogia col
concetto fisiologico di stimolo, sarebbe il
rappresentante psichico
degli stimoli endosomatici
(costituenti i bisogni fondamentali) che pervengono
alla psiche.
Questi stimoli interni si differenziano da quelli esterni
specifici. In varie parti del corpo e in corrispondenza con
varie funzioni dell'organismo (fame, sete, respirazione,
sessualità), si producono tensioni sotto forma di stimoli
meccanici e/o chimici, che raggiungono il sistema nervoso
e quindi l'apparato psichico, dove diventano energia delle
rappresentazioni
: l'oggetto del bisogno viene rappresentato
psichicamente da un'idea,
e questa viene investita da
quest'energia pulsionale.
Si tratta quindi di una spinta biologica che impone un lavoro
psichico.
Le pulsioni sono la fonte di tutta l'energia dell'apparato
psichico.
Questa nozione fisicalista si è riversata sulle concezioni
cliniche, in particolare sulla teoria della sessualità,
trasformata così in teoria della libido come energia che
investe le rappresentazioni (desideri sessuali), la cui
attività resta così strettamente condizionata dalla
produzione di energia nella fonte somatica.
La sessualità
è stata così biologizzata.
Tuttavia nella nozione di rappresentanza psichica, c'è
un germe di superamento di questa logica.
Si può attribuire così al piano psichico nel suo complesso
questa funzione di rappresentanza delle esigenze biologiche,
una funzione di mediazione tra il piano biologico e il piano
delle esperienze intersoggettive e sociali.
Nella dialettica tra biologia e cultura si costituisce
il soggetto psichico.
I concetti di inconscio e rimozioneScopo della rimozione è il controllo dei desideri libidici
conflittuali.
Il meccanismo della rimozione consiste nella separazione
dell'energia (libido) dalla rappresentazione di desiderio,
rendendo così innocuo il desiderio.
Oggetto della rimozione sono i desideri sessuali infantili
(rimozione originaria delle componenti pregenitali della libido
che costituisce l'inconscio).

bibliografia
Sigmund Freud, Opere complete, Boringhieri.













Per leggere l'articolo nella sua interezza:

http://www.tinas.it/filosofia/freud04.htm




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