Ero per strada, in mezzo al suo clamore.
Esile e alta, in lutto, maestà di dolore,
una donna è passata. Con un gesto sovrano
l'orlo della sua veste sollevò con la mano.
Era agile e fiera, le sue gambe eran quelle
d'una scultura antica. Ossesso, istupidito
bevevo nei suoi occhi lividi di tempesta
la dolcezza che incanta e il piacere che uccide.
Un lampo... e poi il buio! - Bellezza fuggitiva
che con un solo sguardo m'hai chiamato da morte,
non ti vedrò più dunque che al di là della vita,
che altrove, là, lontano - e tardi, e forse mai?
Tu ignori dove vado, io dove sei sparita;
so che t'avrei amata, e so che tu lo sai!
"La sconosciuta, la passante senza nome che appare e subito dopo sparisce in questo famoso sonetto di Charles Baudelaire, qui nella traduzione di Giovanni Raboni... è la sontuosa, struggente allegoria dell'amore anonimo, è l'incarnazione dell'Eros effimero... sullo sfondo della prima metropoli modernamente affollata di cui la poesia abbia parlato... è un atto d'amore senza durata...
Da: Alfonso Berardinelli, 100 poeti - Itinerari di poesia, Oscar Saggi Mondadori, Milano 1997.
lunedì 23 febbraio 2015
La poesia del lunedì - Charles Baudelaire: A una passante
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