Viva l'onda verde iraniana, e un evviva pieno di emozione alle persone che la compongono.
Mi commuove sempre vedere qualcuno che lotta e che rischia perfino la vita, perché questa sia degna di essere vissuta.
E degna di essere vissuta significa una vita in fin dei conti normale, in cui tu possa permettere a tua figlia di uscire col fidanzato, di non coprire la testa col velo (segno di sottomissione e inferiorità della donna), di andare e venire liberamente, di studiare ciò che vuoi, eccetera.
Mi ha colpito il fatto che Meda, la ragazzina sedicenne uccisa, fosse scesa a manifestare in compagnia del padre.
Una manifestazione che ha visto insieme generazioni diverse, unite nel sostegno ad elezioni non manipolate dal regime fondamentalista, e in favore di un candidato in fondo moderatamente riformista.
Ma la religione al potere è il diavolo, scusate il paradosso, pretende di scegliere per quelli che non considera cittadini, ma sudditi sempre in procinto di sbagliare, la cui unica presa di posizione deve essere quella di aderire incondizionatamente a quello che i capi religiosi hanno stabilito sia il bene per loro.
Un triste destino quello degli iraniani. Gioirono quando riuscirono a far cadere il corrotto regime dello Scià, sotto cui in fin dei conti si erano abituati ad un tipo di vita simile a quello occidentale, (anche se parecchi sono i problemi che le cosiddette nazioni occidentali dovrebbero affrontare e tentare di risolvere), ma erano caduti dalla padella nella brace.
Illudendosi di aver fatto trionfare una classe dirigente più pulita, si erano purtroppo consegnati nelle mani dei fondamentalisti religiosi.
Invece di combattere la corruzione: sottomissione ai diktat religiosi.
Speriamo di non dover assistere a troppe morti, e che questi sacrifici servano agli iraniani per raggiungere la libertà.
P.S. L'onda verde in Iran forse non sarebbe neppure nata, o sarebbe morta subito, se non fosse stata aiutata dalla rete.
Ricordiamocene quando il governo in Italia tenta di mettere la mordacchia alla stampa, e comincia ad allungare la sua manina pelosa anche sulla rete, che in questo caso si è veramente dimostrata un baluardo nella lotta contro il potere e le sue bugie.
Mi commuove sempre vedere qualcuno che lotta e che rischia perfino la vita, perché questa sia degna di essere vissuta.
E degna di essere vissuta significa una vita in fin dei conti normale, in cui tu possa permettere a tua figlia di uscire col fidanzato, di non coprire la testa col velo (segno di sottomissione e inferiorità della donna), di andare e venire liberamente, di studiare ciò che vuoi, eccetera.
Mi ha colpito il fatto che Meda, la ragazzina sedicenne uccisa, fosse scesa a manifestare in compagnia del padre.
Una manifestazione che ha visto insieme generazioni diverse, unite nel sostegno ad elezioni non manipolate dal regime fondamentalista, e in favore di un candidato in fondo moderatamente riformista.
Ma la religione al potere è il diavolo, scusate il paradosso, pretende di scegliere per quelli che non considera cittadini, ma sudditi sempre in procinto di sbagliare, la cui unica presa di posizione deve essere quella di aderire incondizionatamente a quello che i capi religiosi hanno stabilito sia il bene per loro.
Un triste destino quello degli iraniani. Gioirono quando riuscirono a far cadere il corrotto regime dello Scià, sotto cui in fin dei conti si erano abituati ad un tipo di vita simile a quello occidentale, (anche se parecchi sono i problemi che le cosiddette nazioni occidentali dovrebbero affrontare e tentare di risolvere), ma erano caduti dalla padella nella brace.
Illudendosi di aver fatto trionfare una classe dirigente più pulita, si erano purtroppo consegnati nelle mani dei fondamentalisti religiosi.
Invece di combattere la corruzione: sottomissione ai diktat religiosi.
Speriamo di non dover assistere a troppe morti, e che questi sacrifici servano agli iraniani per raggiungere la libertà.
P.S. L'onda verde in Iran forse non sarebbe neppure nata, o sarebbe morta subito, se non fosse stata aiutata dalla rete.
Ricordiamocene quando il governo in Italia tenta di mettere la mordacchia alla stampa, e comincia ad allungare la sua manina pelosa anche sulla rete, che in questo caso si è veramente dimostrata un baluardo nella lotta contro il potere e le sue bugie.
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