martedì 2 marzo 2010

al Museo Etrusco di Viterbo


Ho voglia di tornare a Viterbo.
Questa volta
per visitare il Museo
Nazionale Etrusco.


Il museo è situato all'interno della Rocca
Albornoz, di cui avviò la costruzione, in nome
della Chiesa, il cardinale spagnolo omonimo nel 1354.
La Rocca ebbe nel tempo diverse destinazioni d'uso:
presidio militare, residenza papale, brefotrofio,
caserma, finalmente nel 1981 fu destinata a sede
museale.


Superato l'ingresso, si entra in un ampio cortile
a pianta rettangolare. Al centro una fontana, e
sui lati brevi due bei loggiati simmetrici.
Sembra che la sistemazione del cortile sia stata
curata dal Bramante nel 1500.





Ecco un'altra immagine del cortile




e una dei molti sarcofagi in pietra presenti nel
cortile, con figura del defunto sul coperchio.
Risalgono, si pensa, al periodo tra il V e il II
secolo avanti Cristo.




Saliamo, il museo ha tre piani e raccoglie i reperti

di alcuni siti dell'Etruria meridionale.




Una delle sale è dedicata a Ferento: davanti
ai nostri occhi una sfilata di statue, sono le
Muse che ornavano il teatro




Anche qui una testa di musa, ed altro ancora,
posizionata in modo suggestivo.




Questa è una copia di età romana di
un'opera
dello scultore greco Skopas.
R
appresenta il Pothos e cioè il
desiderio amoroso




Ecco un pannello in mosaico




Un bel particolare di una decorazione fittile di
un edificio.




Molti reperti provengono da necropoli, provo
una sorta di fascinazione davanti alle sfingi




e
ai leoni in tufo, una volta posti a guardia
delle
tombe.







Questo è un vaso ossuario con elmo, molto
particolare!




Seguono due vasi , il secondo è un'imitazione
greca, o forse addirittura
un vaso importato
dalla Grecia
.







Guardate con attenzione l'immagine seguente.
Cosa
vedete a destra in basso? E' ciò che è
rimasto di
un paio di sandali




E questo è un bellissimo scudo istoriato




ed ecco la statuetta in bronzo di Veiovis,
una divinità infera di origine etrusca, trovata
vicino Viterbo.







due vasi zoomorfi




e due vasi, riproducenti visi d'uomo, che
sembrano gli antenati di analoghi vasi
siciliani.




Questa è la riproduzione di un cortile di servizio,
con vasi, angolo cottura, e telaio




Negli anni cinquanta dello scorso secolo, il
re di Svezia fece molti scavi nella zona di
Acquarossa.
Fino ad allora si erano potuti studiare

soprattutto reperti tratti da necropoli.
In queste ricerche invece, ci si focalizzò
sui resti provenienti dall'abitato.

Ecco un curioso esempio di tetto in ceramica
con
,
riuscite a vederlo? una tegolina tonda
apribile per il
ricambio dell'aria.




Molte tegole avevano probabilmente scopi
decorativi. Guardate questo acroterio, così si
chiama, composto da due animali stilizzati che
si fronteggiano




ed eccolo di profilo, qui si vede meglio la tegola
e la sua decorazione




Ed infine, quello che è considerato un pezzo
forte del museo: una biga del VI secolo a.C.
appartenente ad una donna di alto rango





e questi sono i resti di una delle due ruote.
Mi ha emozionato pensare che questo legno
arrivato a noi, sia sopravvissuto tanti secoli.





Questo è il ballatoio al piano superiore




da cui si gode questa vista




Mi è molto piaciuta questa visita, esco...



continua...



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