domenica 20 novembre 2011

dottori


La mia amica Giulia ha avuto un cancro al seno.
L'oncologa le ha spiegato che è necessario controllare periodicamente alcuni organi, che potrebbero essere attaccati da eventuali metastasi. Perciò le ha prescritto un'ecografia completa dell'addome.

Dal momento che il CUP le segnalava tempi biblici per effettuare l'esame in convenzione, Giulia ha prenotato l'ecografia presso un grande Ospedale di Roma in modalità intra moenia, cioè pagando una visita privata.

Per effettuare questo esame bisogna bere una certa quantità di acqua un'ora prima dell'esame.
Arrivato il turno di Giulia il medico dice che la vescica non è ancora piena e che quindi l'utero e le ovaie non si vedono ma, come se nulla fosse, prosegue nell'esame.

Giulia scende a pagare i circa 170 euro richiesti e consegna la ricevuta.
Dice poi al medico che più volte ha assistito a casi simili, ma che il comportamento dei suoi colleghi è stato ben diverso: invitavano la paziente a tornare in sala d'aspetto, facendo passare altre pazienti già pronte, e richiamandola più tardi.

Il medico risponde che ha una fila da rispettare e che la colpa è stata tutta di Giulia.
Giulia gli risponde che questo non è comportamento da medico, ma da venditore.



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