Bene ha fatto una nipote, medico, del cardinale Carlo Maria Martini a divulgare le modalità della sua morte.
Il porporato era ammalato da oltre 16 anni di Parkinson.
Era andato gradualmente aggravandosi e conosceva a cosa sarebbe andato incontro.
Quando è arrivato al punto di non riuscire più a deglutire, ha chiesto che gli venisse risparmiata l'idratazione e l'alimentazione attraverso il sondino.
Nell'attesa che la mancanza di nutrizione portasse agli esiti finali, e temendo di rimanere soffocato, ha chiesto di essere sedato.
Della stessa malattia morì papa Wojtyla, e identica fu la sua scelta.
Nel caso di Giovanni Paolo II la Chiesa tentò di far passare la circostanza sotto silenzio; furono le dichiarazioni di una anestesista a far cadere il velo.
Il cardinale Martini invece ha voluto che la sua scelta venisse espressa chiaramente.
Questo credo abbia costituito un problema per la Chiesa, la quale ha sempre sostenuto che idratazione e alimentazione col sondino non sono da considerarsi accanimento terapeutico, e che quindi il loro rifiuto va inteso come eutanasia.
In conseguenza di ciò, un religioso incaricato ha dichiarato che nel caso del cardinal Martini non c'era nulla di sbagliato, perché era giunto alla fine della vita.
(Anche se non possiamo dire se e quanto sarebbe ancora vissuto se avesse accettato di essere alimentato artificialmente).
Ben diverso significato era da attribuire alla stessa scelta, messa in atto da Welby e dal padre di Eluana Englaro.
Dunque cerchiamo di capire: Welby ha fatto male a farsi sedare e staccare il sondino e il respiratore perché non aveva ancora 85 anni, anche se era paralizzato dal collo in giù, incapace sia di alimentarsi che di respirare autonomamente. Unica cosa funzionante : il suo cervello, chiuso nella bara del corpo, capace solo di soffrire.
E cosa dire di Eluana Englaro?
Una ragazza il cui cervello era morto ormai da più di 15 anni, era sopravvissuto solo un povero corpo martoriato.
Per tutte queste cose ho trovato molto ipocrita la posizione della Chiesa.
Spero solo che a tutti quelli che disgraziatamente dovessero trovarsi in una situazione simile a quella del Cardinal Martini, lo Stato conceda la stessa assistenza e le stesse opportunità di scelta.
Il porporato era ammalato da oltre 16 anni di Parkinson.
Era andato gradualmente aggravandosi e conosceva a cosa sarebbe andato incontro.
Quando è arrivato al punto di non riuscire più a deglutire, ha chiesto che gli venisse risparmiata l'idratazione e l'alimentazione attraverso il sondino.
Nell'attesa che la mancanza di nutrizione portasse agli esiti finali, e temendo di rimanere soffocato, ha chiesto di essere sedato.
Della stessa malattia morì papa Wojtyla, e identica fu la sua scelta.
Nel caso di Giovanni Paolo II la Chiesa tentò di far passare la circostanza sotto silenzio; furono le dichiarazioni di una anestesista a far cadere il velo.
Il cardinale Martini invece ha voluto che la sua scelta venisse espressa chiaramente.
Questo credo abbia costituito un problema per la Chiesa, la quale ha sempre sostenuto che idratazione e alimentazione col sondino non sono da considerarsi accanimento terapeutico, e che quindi il loro rifiuto va inteso come eutanasia.
In conseguenza di ciò, un religioso incaricato ha dichiarato che nel caso del cardinal Martini non c'era nulla di sbagliato, perché era giunto alla fine della vita.
(Anche se non possiamo dire se e quanto sarebbe ancora vissuto se avesse accettato di essere alimentato artificialmente).
Ben diverso significato era da attribuire alla stessa scelta, messa in atto da Welby e dal padre di Eluana Englaro.
Dunque cerchiamo di capire: Welby ha fatto male a farsi sedare e staccare il sondino e il respiratore perché non aveva ancora 85 anni, anche se era paralizzato dal collo in giù, incapace sia di alimentarsi che di respirare autonomamente. Unica cosa funzionante : il suo cervello, chiuso nella bara del corpo, capace solo di soffrire.
E cosa dire di Eluana Englaro?
Una ragazza il cui cervello era morto ormai da più di 15 anni, era sopravvissuto solo un povero corpo martoriato.
Per tutte queste cose ho trovato molto ipocrita la posizione della Chiesa.
Spero solo che a tutti quelli che disgraziatamente dovessero trovarsi in una situazione simile a quella del Cardinal Martini, lo Stato conceda la stessa assistenza e le stesse opportunità di scelta.
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