Certo sono un po' in ritardo...
Chissà perché in estate leggo molti gialli.
Gialli rilassanti intendo, quelli in cui c'è un personaggio-guida che ti è simpatico, per cui qualunque cosa accada nella storia non ti turba, perché sei in sua compagnia.
Gialli rilassanti intendo, quelli in cui c'è un personaggio-guida che ti è simpatico, per cui qualunque cosa accada nella storia non ti turba, perché sei in sua compagnia.
Fanno parte di questa categoria i gialli di Simenon, Montalban, Camilleri.
E così quest'anno mi sono divertita con la serie di Marco Malvaldi sui vecchietti-investigatori del Bar-Lume.
Sul blog di un'amica ho trovato un post sul libro di Francesco Piccolo, Il desiderio di essere come tutti:
Di questo autore anni fa mi era stato regalato Momenti di trascurabile felicità.
Ricordo che lo abbandonai prima di terminarne la lettura.
Comunque il post mi aveva incuriosito e acquistai il libro.
Senza dubbio Piccolo scrive in maniera interessante, anche se ho notato che tende a riproporre ogni concetto 3 volte di seguito.
Il libro è autobiografico e descrive anche l'evoluzione delle sue convinzioni politiche; si è parlato a questo proposito di comunismo madeleine.
A suo tempo mi trovai in totale disaccordo con Enrico Berlinguer e la sua accettazione del compromesso storico con la DC.
(Compromesso storico che, come sappiamo, incontrò la netta contrarietà degli USA e, quasi sicuramente, determinò la morte di Aldo Moro).
Ho sempre pensato che la sinistra riuscisse ad ottenere molto di più dall'esterno delle stanze del potere.
E oggi mi trovo in disaccordo con la sostanziale critica di Piccolo a Berlinguer quando quest'ultimo, molto giustamente a mio parere, sollevò la questione morale, sperando che il Pci potesse differenziarsi in questo senso dagli altri partiti.
(continua)
(continua)
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