lunedì 9 febbraio 2015

prostituzione a Roma


A Roma un Minisindaco sta tentando di dedicare alcune strade dell'Eur all'esercizio della prostituzione.
Si tratta, a mio parere,  di un illegale tentativo di legalizzare la prostituzione, illegale perché sono provvedimenti possibili solo in seguito ad una legge dello Stato.

La motivazione manifesta alla base di tutto questo, sarebbe quella di relegare la prostituzione in luoghi appositi, liberandone così le strade adiacenti agli edifici, e quella di sottrarre chi esercita la prostituzione alla schiavitù dei papponi.
Se fosse sincero, definirei questo un tentativo maldestro, che finirebbe semplicemente per espandere in altre strade il mercimonio, e per moltiplicare per due "la tassa" a carico dei lavoratori del sesso: non più soldi solo ai papponi, ma tasse anche allo Stato nuovo pappone, o prosseneta, se preferite un termine più elegante.

In un momento difficile per l'economia, anche a causa dell'evasione fiscale e della mancata lotta ad esso, si vuol fare cassa togliendo diritti a pensionati e lavoratori, e quindi perché non mungere anche i "lavoratori del sesso"?

Si fa finta di voler tutelare i cittadini, invece di fare quello che sarebbe l'unico dovere dello Stato: arrestare i papponi, e aiutare tutti ad avere un lavoro decente.

A parte ciò, non posso proprio sopportare la deriva di un certo tipo di femminismo che parla di una libera decisione di esercitare la prostituzione.
Nella realtà la maggior parte delle persone che esercitano la prostituzione sono vittime della tratta e dei papponi.
E' possibile che ci siano anche delle persone che decidano di usare questo mezzo per mantenersi, ma vendere  un rene, come anche vendere prestazioni sessuali, non mi sembrano decisioni derivanti da una considerazione positiva della propria identità di essere umano.
Un liberismo economico sfrenato ci sta schiavizzando, e vuole anche ammantarsi di legalità!



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