Ad alcuni -
cioè non a tutti.
E neppure alla maggioranza, ma alla minoranza.
Senza contare le scuole, dove è un obbligo,
e i poeti stessi,
ce ne saranno forse due su mille.
Piace -
ma piace anche la pasta in brodo,
piacciono i complimenti e il colore azzurro,
piace una vecchia sciarpa,
piace averla vinta,
piace accarezzare un cane.
La poesia -
ma cos'è mai la poesia?
Più d'una risposta incerta
è stata già data in proposito.
Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo
come alla salvezza di un corrimano.
Wislawa Szymborska
(Kòrnik 1923 - Cracovia 2012)
Dopo un'adesione al partito comunista, la Szymborska presto se ne distaccò.
Caratteristica della sua scrittura poetica è la capacità di coniugare un'intensa riflessione intellettuale col senso della leggerezza e dell'ironia.
Suoi temi principali sono gli interrogativi sui grandi temi dell'esistenza, la morte, e l'amore, ma senza allontanarsi dalla concretezza delle situazioni.
Rifiutò l'accostamento del suo pensiero a quello degli esistenzialisti, lei non coltivava grande filosofia; quello che le interessava era interrogare il quotidiano, anche se con modalità capaci di svelarne sorprendenti implicazioni e significati.
Ricevette il Nobel per la Letteratura nel 1996.
(da: Wislawa Szymborska, La fine e l'inizio, Scheiwiller 2003 - Introduzione di Pietro Marchesani)
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