Qualche giorno fa sono entrata in un'edicola di una cittadina in zona Roma nord.
Era domenica, e mentre attendevo il mio turno per comprare il giornale, vedo un papà col suo piccolo accanto, un bimbetto di 4 o forse addirittura 3 anni.
Il papà ha in mano un cosiddetto fucile-giocattolo, un Winchester, dice con un certo orgoglio.
Chiede al giornalaio se ha dei proiettili adatti, apre il fucile e mostra dove vanno inseriti.
Vedo che il giornalaio rimane basito, e risponde con ironia per non essere offensivo, facendo però capire che non gli sembrava opportuna "un'arma" del genere in mano al bambino.
A ciò il padre risponde: ma sono proiettili piccolissimi, e poi fanno più fumo che altro.
Avevamo tratto tutti l'impressione che il fuciletto interessasse al padre, e non al bambino.
Sarebbe stato accettabile che il padre avesse regalato al bambino una ben riconoscibile pistola giocattolo, di plastica, colorata e priva di proiettili, per giocare, per fingere di sparare.
Ma il fuciletto in questione sembrava una vera arma e funzionava con proiettili. Molto pericoloso a mio parere.
Perché il bambino può vedere un film in cui si spara e se gli dai un'arma (giocattolo) che ha al suo interno dei proiettili, sia pur piccoli, per giocare sparerà per far finta di uccidere, e magari potrà colpire qualcuno.
Magari lo colpirà al viso, in un occhio, e chi gioca con lui potrebbe rimanere cieco.
Ha pensato a questo il papà del piccolissimo bambino?
Non può arrivarci da solo il bambino, non capirà che quella cosiddetta finta-arma agirà come un'arma vera.
Dopo l'uscita dei due dall'edicola, tutti noi presenti ci siamo guardati in viso, credo pensando le stesse cose. Qualcuno ha anche commentato: ma se li abitui così, di cosa ti lamenti poi?
E non è qualunquismo.
lunedì 4 gennaio 2016
genitori e figli
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